di Fabio Pace

Formalmente e ufficialmente non era una protesta contro Alitalia, ha assicurato il presidente di Airgest Salvatore Ombra che, però, partendo dal caso Alitalia, riafferma quanto l’aeroporto, e con esso il territorio, abbia voglia di tornare a interpretare il suo ruolo di finestra sull’Europa e sull’intero Paese. Intanto appare superata la crisi, durata appena 48 ore, causata dal decreto ministeriale che non contemplava gli scali di Birgi e Comiso per la riapertura della operatività di volo. Arriva dal Presidente Ombra la conferma che dal 21 giugno l’aeroporto di Trapani sarà operativo con vecchie e nuove compagnie (esclusa Alitalia al momento e a meno di prese di posizioni nette del Governo Nazionale). Nell’area antistante l’aerostazione si sono raccolti attorno al personale ed ai vertici della società che gestisce lo scalo, i sindaci con la fascia tricolore, rappresentanti della politica, dell’economia, delle associazioni e gli operatori turistici per riaffermare un semplice principio, che è anche un diritto: Trapani vuole volare, non solo in senso figurato. La richiesta, sostenuta anche dalla politica regionale e dalla locale deputazione all’ARS, si configura come un riconoscimento di un diritto: quello alla mobilità a parità di condizioni economiche con il resto del Paese. Rimane, in sottofondo, la preoccupazione che al di là della vicenda aeroporto, il territorio metropolitano di Palermo possa fagocitare interessi economici e aspirazioni del territorio trapanese. Preoccupazione espressa da operatori economici e del comparto turistico in prevalenza, ma anche da esponenti politici e con responsabilità amministrative, come il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, che chiede, rievocando Nunzio Nasi, che il Governo dimostri che l’Italia comincia a Trapani e non finisca a Trapani.

ASCOLTA LE INTERVISTE AL PRESIDENTE DI AIRGEST, OMBRA; ALLA DEPUTATA REGIONALE, LO CURTO; AL SINDACO DI TRAPANI, TRANCHIDA
(int Tranchida .