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Favignana, riapre la sartoria all’interno del carcere

Lo comunica il sindacato di polizia penitenziaria Sappe

La notizia è stata diffusa con una nota del sindacato di polizia penitenziaria Sappe. Il laboratorio sartoriale della casa di reclusione riprenderà l’attività dedicandola alla produzione di mascherine protettive contro il coronavirus. Sono state individuate due persone che svolgeranno volontariamente, attività di capo d’arte, formando e seguendo da vicino il lavoro dei detenuti che saranno coinvolti. La proposta di riattivare il laboratorio sartoriale era stata avanzata dal SAPPE al direttore della struttura carceraria, Nunziante Rosania, che l’ha immediatamente accolta. Inoltre è stata avviata la procedura per individuare una ditta esterna specializzata che ripristini al più presto possibile le macchine da cucire del laboratorio. Il sindacato con nota a firma del delegato regionale Sappe, Eugenio D’Aguanno, ha ringraziato il direttore del carcere per la risposta tempestiva alla richiesta di riapertura del laboratorio. Il dotto Rosania è già stato direttore dell’ospedale psichiatrico giudiziario, oggi ex, di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) nel periodo in cui ha dovuto gestire la complessa fase dal passaggio della sanità penitenziaria al servizio sanitario nazionale e quindi della regione Siciliana; dirigente pratico ed esperto del mondo penitenziario. La riapertura della sartoria, come attività socio educativa, è un segnale importante per la popolazione carceraria e per la comunità di Favignana, e più in generale per il mondo esterno al carcere e va accolta come un importante passo verso il fine istituzionale che ogni carcere dovrebbe avere: il recupero dei detenuti attraverso forme di collegamento con il mondo esterno.

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