di Fabio Pace

Trapani riparte “lento pede”. Non poteva essere altrimenti. Non ci si poteva certo aspettare una ripresa a mille all’ora. La via Fardella, asse centrale dello shopping, certamente per tutto il pomeriggio è stata transitata da auto, anche se in alcuni momenti pareva di essere ancora in lockdown. Possibile incrociare anche alcuni clienti con borse e sacchetti degli acquisti appena fatti, ma certamente non è il clima ordinario, ne quello del black Friday. Già da sabato molti operatori commerciali si erano preparati alla riapertura anche con messaggi via wathapps, eccone uno: «Lunedi’ 18 Maggio XXXXXXXXX TRAPANI riapre in tutta sicurezza. Per ringraziarvi della fiducia e dell’attesa vi regaliamo una fantastica promozione: SCONTO 30% su una ampia selezione di prodotti … VENITE A TROVARCI!!! SIAMO SUPER ATTIVI ED ORGANIZZATI». Ma non basta l’ottimismo come sale della vita. Non è solo una questione di consumi frenati. Parametro che potremo misurare più avanti, nel tempo. Il problema è legato ai tanti dubbi che ciascun operatore commerciale, esercente, artigiano ha su come condurre la propria attività. Cominciamo dai barbieri, parrucchieri, estetisti. Primo giorno di lavoro, ma quanti sono stati in grado, già oggi di attrezzare il proprio salone osservando le linee guida dettate dall’INAIL di concerto con l’Istituto Superiore di Sanità. Per tutti i negozi, i bar, e i saloni, da uomo e da donna, una delle limitazioni più importanti riguarda le aree di attesa e disimpegno dei clienti. Infatti, prima dell’emergenza sanitaria i clienti potevano attendere direttamente all’interno del locale, stare al bancone, potevano intrattenersi a guardare gli abiti, perfino scegliere capi di abbigliamento e a fare da soli. Oggi il distanziamento sociale impone il rispetto delle distanze; ove possibile, se ci sono due ingressi uno è di entrata e l’altro di uscita. Tutti gli operatori, ma anche tutti i clienti, devono avere la mascherina per coprire naso e bocca. Poi ogni attività ha misure specifiche. In generale sarà possibile utilizzare gratuitamente anche il suolo pubblico per poter allestire le aree di attesa. Inoltre, è obbligatorio mettere a disposizione dei clienti dei dispenser con soluzioni igienizzanti. Per barbieri e parrucchieri è stato disposto che la distanza minima tra le postazioni presenti all’interno del locale dovrà essere almeno di due metri e bisognerà utilizzare barriere di separazione tra le varie aree di lavoro. Non sarà più possibile offrire al cliente la possibilità di poter leggere riviste, si lavorerà su prenotazione. Oggi, al primo giorno, i negozi di abbigliamento hanno dovuto registrare due fatti concreti con i quali misurarsi sempre, almeno fino alla fine dell’emergenza: il lavoro per gli addetti alla vendita è triplicato, i protocolli di sicurezza rallentano le vendite, di per sé già basse. I bar devono confidare sulla educazione dei clienti che devono trattenersi dentro al locale il minor tempo possibile, per consentire l’accesso agli altri. La disinfezione delle superfici deve essere costante e continua. Insomma sarà richiesto a tutti un cambiamento di abitudini, maggiore tolleranza, un supplemento di pazienza e comprensione reciproca. La gentilezza e la cortesia non saranno solo strumenti di lavoro per ben accogliere i clienti, ma elemento essenziale delle relazioni se non si vuole andare incontro a quotidiani conflitti interpersonali. E questo vale anche per i clienti. Un cambiamento, forse ancora più profondo di quello del lockdown ci attende.

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