Fabio Damiani, l’ex direttore generale dell’ASP di Trapani, accusato di corruzione e turbativa d’asta rimane in carcere. Il tribunale del riesame di Palermo ha rigettato il ricorso presentato dai suoi difensori. Analogo provvedimento per l’ex commissario regionale per l’emergenza coronavirus Antonio Candela che rimane ai domiciliari. Entrambi sono i principali indagati della operazione “Sorella Sanità” condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo nell’ambito di un giro di mazzette per orientare le gare d’appalto. Tra gli indagati anche due stretti collaboratori dei due manager e i dirigenti di alcune società che forniscono apparecchiature e forniture sanitarie. Tutti sono stati posti agli arresti domiciliari, ad eccezione dello stesso Damiani e del suo presunto complice Salvatore Manganaro. Nessuno degli indagati, almeno fino a questo momento, ha risposto alle domande del GIP negli interrogatori di garanzia. Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza ha bloccato, senza per il momento sequestrarli, 70mila euro che Fabio Damiani custodiva in una cassetta di sicurezza di cui ha spontaneamente fornito le chiavi agli inquirenti.