Ci sono quattro indagati per il naufragio del peschereccio Nuova Iside, affondato la notte tra il 12 e il 13 maggio al largo di San Vito Lo Capo durante una battuta di pesca. Forse speronato dalla petroliera Vulacanello. La nave nei giorni scorsi è stata posta sotto sequestro nel porto di Augusta dalla procura della repubblica di Palermo che ha inviato avvisi di garanzia a due ufficiali della nave, al comandante della petroliera e un dirigente della società armatrice Augustadue. Le ipotesi di reato contestate sono omicidio colposo, sommersione di nave e omesso soccorso. La petroliera potrebbe aver speronato il Nuova Iside mentre nessuno vigilava sul ponte della nave. Un’inchiesta del quotidiano La Repubblica ha posto in evidenza come la rotta della petroliera incrociasse quella del peschereccio la sera del 12 maggio. Ipotesi che sarebbe confermata dal Voyage Data Recorder o Registratore dei Dati di Viaggio, in pratica la scatola nera della nave, che ha rilevato un rallentamento della petroliera. Domani sommozzatori del RIS e della Guardia Costiera opereranno alcuni accertamenti irripetibili sulla Vulcanello disposti dai PM palermitani. A bordo del Nuova Iside, partito da Terrasini per una battuta di pesca, si trovavano Matteo Lo Iacono, il figlio Vito e il cugino Giuseppe. Il corpo di Vito, 27 anni, non è stato recuperati. L’ipotesi dello speronamento è stata sostenuta fin dall’inizio dall’avvocato delle famiglie delle vittime.