8 mesi di reclusione: è questa la richiesta di condanna alla pena avanzata dal Pubblico Ministero Ignazia Uttoveggio nel processo a carico di Maria Angioni, imputata per diffamazione aggravata ai danni dell’ex Ispettore di Polizia Vincenzo Tumbiolo in servizio nel Commissariato di Mazara del Vallo.
I fatti risalgono alla data del 27 maggio 2021 quando, nel corso della trasmissione televisiva Mattino 5, la dott.ssa Angioni dichiarava che, nell’ambito delle indagini sulla ricerca di Denise Pipitone, l’allora Ispettore Vincenzo Tumbiolo era stato uno degli uomini delle Forze dell’Ordine che l’1 settembre 2004 si era recato nella palazzina dove abitava Anna Corona sbagliando però appartamento, e sostenendo che ci sarebbero stati gravi errori e omissioni commesse nel corso delle indagini, così insinuando, afferma la Procura, nuovamente irregolarità nello svolgimento di tale accesso.
Le Forze dell’Ordine, qualche ora dopo la scomparsa di Denise, non entrarono nell’abitazione di Anna Corona ma in quella di una vicina di casa; tuttavia, tra quei poliziotti non c’era Vincenzo Tumbiolo dato che, alla data dell’1 e 2 settembre 2004, l’ex Ispettore risultava sospeso dal servizio dal luglio 2002 al 2 febbraio 2005 a seguito di una misura cautelare emessa nell’ambito di un’inchiesta sulla discoteca Planet Sound della quale inchiesta era titolare proprio la dott.ssa Angioni. L’ex Ispettore è stato poi assolto.
La Angioni nell’intervista a Mattino 5 aveva dichiarato che sarebbe stato utile fare una chiacchierata con gli uomini che avevano effettuato l’accesso perché, chiarirà poi in aula, in realtà in quel verbale relativo a quell’attività, c’è scritto che gli ufficiali di Polizia Giudiziaria erano andati lì non per cercare Anna Corona ma un’altra persona, e nel mio sforzo di cercare la verità, avevo interesseche i vecchi protagonisti spiegassero perché stavano cercando quell’altra persona.
Durante il corso delle dichiarazioni spontanee, la dott.ssa Angioni aveva chiesto scusa all’ex Ispettore Vincenzo Tumbiolo sostenendo che il suo obiettivo non era quello di diffamare; a sostegno della sua tesi ha prodotto documentazione consistente in un paio di articoli giornalistici in cui veniva citato l’Ispettore Tumbiolo come presente all’accesso nella casa di Anna Corona, dichiarando di essere stata così indotta in errore, e di non aver cognizione dei particolari per il lungo lasso di tempo trascorso e per la complessità del caso.
Non è solo questo, dice il Pubblico Ministero durante il corso della requisitoria, questa frase va vista in tutto il contesto di tutte le interviste rese dall’imputata dove si parlava degli uomini del Commissariato di Mazara del Vallo, facendo riferimento a errori, omissioni, depistaggi, nelle indagini sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone (indagine condotta dal 28 settembre 2004 a maggio 2005 proprio dall’allora P.M. Maria Angioni -n.d.A.), e tra questi vi era proprio l’ex Ispettore Vincenzo Tumbiolo che viene indicato, continua il Pubblico Ministero, a proposito della chiacchierata che andava fatta con gli uomini che avevano effettuato l’accesso nella casa di Anna Corona.
Se da un lato era legittimo che la dott.ssa Angioni avesse a cuore la vicenda del caso giudiziario sulla scomparsa di Denise Pipitone, che ci tenesse a far emergere la verità e potendo avere un’opinione negativa dell’operato degli uomini del Commissariato di Mazara del Vallo, dall’altro non la autorizzava a rendere dichiarazioni pubbliche lesive a danno del querelante Tumbiolo.
Sul fatto che Tumbiolo, durante il corso del suo esame non abbia saputo indicare orari, giorni, su quali emittenti o testate giornalistiche sono state pubblicate le dichiarazioni rese dalla dott.ssa Angioni, le prove sono documentali e prodotte agli atti; l’ex Ispettore, in realtà, non è venuto a conoscenza di queste dichiarazioni leggendo i quotidiani o ascoltando le interviste nelle emittenti nazionali, ma perchè a Mazara del Vallo, in una cittadina dove tutti si conoscono, circolavano queste voci sulla sua attività e gli si attribuivano mancanze nell’attività di indagine.
Il Pubblico Ministero pone l’accento sulla testimonianza resa da Baldassare Tumbiolo secondo il quale, avrebbe ricevuto alcune chiamate dalla dott.ssa Angioni anni dopo la sparizione di Denise Pipitone, per chiedere numi sull’accesso alla casa di Anna Corona; quindi, secondo il Pubblico Ministero, la Angioni sapeva benissimo che nell’accesso alla casa della Corona non c’era Vincenzo Tumbiolo che, tuttavia, ricopriva un ruolo diverso da quello ricoperto da Baldassare Tumbiolo.
La dott.ssa Angioni non poteva non sapere, perchè Vincenzo Tumbiolo alla data della sparizione della bimba mazarese, risultava sospeso dal servizio, nello specifico dal luglio 2002 al 2 febbraio 2005 a seguito di una misura cautelare emessa nell’ambito di una importante inchiesta della quale era titolare proprio la dott.ssa Angioni.
Non è plausibile, secondo il P.M., che Vincenzo Tumbiolo abbia partecipato all’attività di indagine e/o all’accesso nella casa di Anna Corona -come aveva sostenuto la Angioni- per motivi filantropici, perchè non c’è prova di ciò; ed è stata smentita dalla testimonianza dell’allora collega, il magistrato Laura Cerroni, in riferimento a una conversazione secondo cui la Cerroni avrebbe detto alla Angioni che Vincenzo Tumbiolo aveva partecipato alle attività di indagine sulla scomparsa di Denise Pipitone.
Per tali ragioni, per l’offesa arrecata alla reputazione del dott. Vincenzo Tumbiolo, il P.M. ha avanzato richiesta di condanna alla pena di 8 mesi di reclusione.
Si associa alla richiesta del P.M. l’avvocato di parte civile dott. Giuseppe De Luca, ponendo anch’egli l’attenzione sul capo di imputazione e sul fatto che la difesa abbia incentrato tutta sulla trasmissione di Mattino 5, come se tutto il capo di imputazione fosse da delegarsi alle frasi rese in quell’intervista, asserisce l’avv. De Luca, quando in realtà si parla di più interviste rilasciate a più giornali di cui è stata ammessa la produzione documentale; l’intervista a Mattino 5 è considerata dall’avv. di parte civile come un pezzetto di un mosaico che va a completarsi con gli altri pezzi che sono stati raccolti e ammessi dal Tribunale come produzione documentale.
De Luca riferisce come Tumbiolo abbia appreso delle dichiarazioni della Angioni, come più persone lo abbiano fermato per strada mettendolo al corrente, e come poi, documentandosi, abbia querelato la dott.ssa Angioni.
Anche De Luca parla del procedimento del 2002 contro Vincenzo Tumbiolo di cui era titolare la Angioni nell’ambito dell’inchiesta sulla discoteca Planet Sound per concorso in sfruttamento della prostituzione, egli stesso era legale difensore di Vincenzo Tumbiolo e ricorda la perquisizione dell’aprile del 2002, la perquisizione nel Commissariato di Mazara del Vallo, nell’abitazione principale e nella casa di villeggiatura di Vincenzo Tumbiolo, attività in cui era presente la dott.ssa Angioni.
Tumbiolo veniva arrestato e sospeso dal servizio, rimesso in servizio a Partinico concludendo la carriera professionale nella Questura di Trapani non rientrando più dal 2002 nel Commissariato di Mazara del Vallo.
A scanso di ogni equivoco, continua l’avv. De Luca, Tumbiolo non ha partecipato a nessuna attività di indagine sulla scomparsa di Denise Pipitone.
Assolto, dopo anni di procedimenti giudiziari e di sofferenze, per Tumbiolo quella storia era definitivamente chiusa, se non che a distanza di quasi 20 anni, rivivere quelle emozioni aggravate dalle dichiarazioni della dott.ssa Angioni, si può dire che sono tornati quei fantasmi che hanno avuto un impatto devastante sulla vita di Tumbiolo.
La dott.ssa Angioni non poteva sbagliarsi, continua De Luca, perchè Baldassare Tumbiolo era un assistente di Polizia e Vincenzo un Ispettore capo di Polizia che svolgeva funzioni nell’Ufficio Immigrazione e aveva quindi contatti sporadici con la dott.ssa Angioni. La dott.ssa Angioni conosce Vincenzo quando arriva a maturare l’indagine a carico del fratello uterino Falsitta e viene arrestato e iniziano le indagini a carico di Vincenzo Tumbiolo.
Quindi, la dott.ssa Angioni conosceva già Vincenzo Tumbiolo nell’ambito di quel procedimento e i contatti non potevano mai confondersi con l’assistente di Polizia Baldassare Tumbiolo, alla luce del fatto che erano entrambi presenti in ben 22 udienze calendarizzate in due anni,presenti entrambi all’interrogatorio di garanzia, e lei confonde Baldassare con Vincenzo? Non ci si può credere, si chiede l’avv. De Luca.
La parola è poi passata agli avvocati difensori dell’imputata Stefano Giordano e Giovan Battista Lauricella del Foro di Palermo.
A parere dell’avvocato Lauricella, ai fini dell’assoluzione dell’imputata, i quesiti per valutare la responsabilità penale sono due: la valenza offensiva delle frasi contenuta nel capo di imputazione, e la valutazione della sussistenza del reato nella forma putativa.
Secondo la difesa, il P.M. avrebbe omesso elementi istruttori importanti, prove documentali ed elementi oggettivi incontestabili che assumono rilevanza se si considera la sussistenza putativa del diritto di critica e soprattutto perchè spiegano le motivazioni circa il convincimento della dott.ssa Angioni che Vincenzo Tumbiolo abbia partecipato all’attività di accesso alla casa di Anna Corona.
Nel corso dell’esame dell’imputata, ricorda l’avv. Lauricella, la Angioni ha spiegato perchè ha utilizzato la parola “chiacchierata”, cioè per andare a rappresentare le necessità di una interlocuzione informale al fine del ritrovamento della piccola Denise, dichiarazioni che la Angioni ha rilasciato 17 anni dopo non avendo contezza di atti in causa. La Angioni, riferisce l’avv. Lauricella, era sinceramente convinta che fosse stato Vincenzo Tumbiolo ad aver partecipato all’attività investigativa per aver letto degli articoli letti su Tp24, sul sito di Chi l’ha visto, e sul sito dell’avvocato Frazzitta che indicavano l’ispettore Vincenzo Tumbiolo quale soggetto che aveva effettivamente partecipato a quell’attività di indagine.
Un altro elemento di cui si sarebbe dovuto tener conto, continua l’avvocato Lauricella, è la deposizione di Baldassare Tumbiolo che avrebbe asserito di essere stato raggiunto telefonicamente dalla dott.ssa Angioni alla quale avrebbe detto di non aver partecipato a quell’attività di indagine e che probabilmente ha partecipato l’ispettore Tumbiolo, e questo è un elemento che doveva essere tenuto necessariamente in considerazione al fine di valutare quantomeno la fondatezza del convincimento che la dott.ssa Angioni si è fatta circa la partecipazione dell’Ispettore Tumbiolo a quella attività di indagine, sostiene l’avv. Lauricella.
Si racconta di Tumbiolo come di una persona distrutta dal punto di vista morale e psicologico dalle parole rese dalla dott.ssa Angioni, tanto distrutto che non ha saputo contestualizzare dal punto di vista contenutistico le dichiarazioni, non ha saputo dire in quale trasmissione si è sentito offeso, continua Lauricella, e sono state attribuite alla dott.ssa Angioni delle frasi che la stessa non aveva detto.
Appassionata e allo stesso dura l’arringa dell’avvocato Stefano Giordano: evidentemente ci sono dei soggetti che non possono essere toccati –asserisce l’avv. Giordano– quelli che sono immuni da critiche, dal diritto di critica, e sono certi magistrati e certi poliziotti, perchè se si toccano quei certi magistrati e quei certi poliziotti, succede l’ira di Dio, si aprono procedimenti ovunque e ci sono dei Pubblici Ministeri che eseguono quanto loro dicono.
La verità è che la dott.ssa Angioni non sapeva chi avesse partecipato all’attività di indagine, alla luce del fatto che c’era stato uno spaccamento all’interno del Commissariato di Mazara del Vallo, una faida tra due componenti sulla quale la Angioni era stata molto critica non verso un solo uomo, ma verso l’operato del Commissariato di Mazara del Vallo di cui nessun uomo si è sentito offeso, specie quando la Angioni afferma che “bisogna andare a fare una chiacchierata”, la cui parola “chiaccherata” non ha valenza negativa e diffamatoria ma mette in evidenza la voglia, l’interesse della Angioni a voler trovare un filo conduttore che conduca alla verità sulla scomparsa della bimba mazarese.
La dott.ssa Angioni nel diritto di critica, sarebbe stata mossa dall’interesse pubblico e dalla buona fede nell’aver commesso l’errore di aver confuso i due Tumbiolo, e per tali ragioni le difese ne hanno chiesto l’assoluzione perchè il fatto non sussiste.
La prossima udienza fissata dal giudice Bruno Vivona è per il prossimo dicembre dove ci sarà spazio per le repliche e sarà data lettura del dispositivo di sentenza.