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Un “taccuino mastro” tra i vari reperti

Continuano senza sosta le indagini dei carabinieri del Ros, coordinati dalla Procura della Repubblica di Palermo, nel primo covo del boss Matteo Messina Denaro per individuare i fiancheggiatori e i favoritori di cui ha potuto usufruire durante la sua latitanza. Proseguendo le ispezioni in via CB 31 gli investigatori hanno trovato un “ambiente occultato” in cui vi era altra documentazione, tra cui svariati “pizzini” con nomi, numeri di telefono, spese di viaggio, alcuni risalenti al 2016. Tra i reperti rinvenuti anche un “taccuino mastro” che farebbe emergere una fitta rete di relazioni , anche sentimentali, che il boss avrebbe intrattenuto negli ultimi mesi.

Terminati, invece, i rilievi scientifici alla ricerca di tracce organiche e impronte digitali nel secondo covo di Matteo Messina Denaro, situato all’interno del vano blindato e nascosto da un armadio. Sebbene l’esito non sia stato ancora consegnato, da indiscrezioni sembra che alcune impronte siano state rilevate e si aspetta formale riscontro. A coordinare le indagini il procuratore della Repubblica, Maurizio de Lucia e l’aggiunto Paolo Guido.

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