di Luigi Todaro
Di quella maledetta sera, vigilia dell’Epifania, ricorda tutto. Ogni attimo. Ogni istante. Ogni momento. Il telefono che squilla, il marito che urla: “Come? Sparato?”, la corsa in ospedale con il cuore in gola.
Sequenze di una tragedia che rimarranno per sempre impresse nella memoria di Stefania Via, sorella di Antonino detto Nino, ucciso il 5 gennaio di 18 anni fa, a Trapani.
Ventidue anni, magazziniere del centro commerciale Gea, era intervenuto per difendere un collega preso di mira da due rapinatori che volevano sottrargli l’incasso della giornata. Un colpo di pistola e Nino si accasciò al suolo in una pozza di sangue. Inutile la corsa al pronto soccorso. Quel gesto eroico lo pagò con la vita. Gli assassini vennero arrestati, dai carabinieri, e condannati con sentenza definitiva. Ma il tempo a casa Via si è fermato a quella maledetta sera.
Difficile dimenticare?
“Ricordo tutto di quella sera e dei giorni avvenire – dice Stefania Via – Era una serata come tante. I bambini giocavo, aspettando la pizza. Poi quella telefonata e mio marito che esce di corsa. Mi ritrovai al pronto soccorso a pregare con le mie sorelle. La nostra speranza che Nino si potesse salvare, svanì quando vedemmo uscire dalla stanza i nostri genitori in lacrime e con un dolore atroce stampato sui loro volti: Nino non c’era più. Solo il giorno dopo lo abbiamo potuto vedere, avvolto in un lenzuolo, disteso su una lastra di marmo. Ricordo ancora il gelo e quell’insopportabile odore di fiori. Riesco ancora oggi a sentire sulle mie labbra, la sensazione di quell’ultimo bacio gelato che gli ho dato. Dimenticare? No, non si puo’”.
Quest’anno l’anniversario ha avuto un sapore ancora più amaro. Non c’era suo papà Liberale, venuto a mancare lo scorso mese di agosto. Come avete vissuto lei e la sua famiglia questa cerimonia commemorativa?
“La sera che portarono mia papà al pronto soccorso, solo per precauzione come ci dissero i sanitari del 118, lui continuava a chiamare Nino e a chiedermi di aiutarlo. Non so come sia potuta precipitare la situazione e come mio papà sia potuto andare via così velocemente e quasi davanti ai miei occhi. Quest’anno abbiamo ricordato Nino, ma anche papà. Commovente e doloroso il ricordo del nostro amico fraterno Nicolino che con poche e semplici parole ha ricordato mio padre che ha sempre voluto tenere in vita il ricordo del suo eroe: Nino”.
Ma Trapani ricorda ancora Nino?
“La città sicuramente non lo ha dimenticato. Non ha dimenticato il fatto delittuoso. Non ha dimenticato che un ragazzo di 22 anni è stato ucciso in un tentativo di rapina. Anche i più giovani, che allora erano ancora bambini, sanno di Nino e del suo gesto grazie anche all’attività svolta nelle scuole dall’associazione Antonino Via Eroe contemporaneo. Il sindaco Giacomo Tranchida ora ci ha proposto di avviare un progetto che riteniamo interessante. Ne discuteremo prossimamente e spero che questo progetto, con il coinvolgimento delle scuole e delle istituzioni, possa partire al più presto”.