Indagine su Gaetano Galvagno: politica divisa

È finito sotto la lente della magistratura il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno. Il politico di Fratelli d’Italia è indagato dalla Procura di Palermo per corruzione. Al centro dell’inchiesta, l’erogazione di due finanziamenti pubblici, avvenuti nel dicembre 2023: 100 mila euro alla Fondazione Dragotto per l’evento “Un Magico Natale”, tenutosi tra Palermo e Catania, e 200 mila euro al Comune etneo per le celebrazioni natalizie e di fine anno, affidate alla società “Puntoeacapo”, guidata da Nuccio La Ferlita.

Secondo gli inquirenti, in cambio dei fondi sarebbero stati conferiti incarichi a due collaboratori stretti di Galvagno: la portavoce Sabrina De Capitani e l’addetto stampa Salvatore Pintaudi. Sospetti supportati da alcune intercettazioni, che la Guardia di Finanza ritiene rilevanti. Il presidente dell’Ars ha già respinto ogni accusa, dichiarandosi estraneo ai fatti e chiedendo di essere ascoltato dai magistrati, cosa che è avvenuta due settimane fa.

A prendere posizione sul caso sono stati diversi esponenti politici. Il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca, ha parlato di un quadro preoccupante per la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, auspicando chiarezza e tempi rapidi nelle indagini.

Di segno opposto, le reazioni di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Democrazia Cristiana e della stessa Fondazione Dragotto. Per il capogruppo azzurro Stefano Pellegrino, Galvagno è da sempre uomo di rigore e integrità. “Siamo convinti – ha detto – che le accuse non troveranno riscontro nei fatti”.

A ribadire la fiducia anche Giorgio Assenza, a nome del gruppo Fratelli d’Italia, secondo cui “il presidente dimostrerà la sua totale estraneità, cancellando ogni ombra immeritata”.

In una nota congiunta, Totò Cuffaro, Carmelo Pace e Stefano Cirillo della Democrazia Cristiana parlano di “integrità, trasparenza e sensibilità istituzionale” come tratti distintivi dell’operato di Galvagno, ribadendo piena fiducia nella magistratura e auspicando un chiarimento rapido.

Anche la Fondazione Dragotto ha smentito qualsiasi incarico conferito ai collaboratori di Galvagno, negando qualunque ipotesi di illecito.

Più prudente la posizione del presidente della Commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici, che definisce “inquietante” la notizia dell’indagine e invita ad accertare rapidamente la verità per evitare un limbo che potrebbe minare la credibilità dell’istituzione.

La vicenda è ancora in fase istruttoria, ma l’attenzione resta alta: l’inchiesta coinvolge una delle figure emergenti della politica siciliana e, al di là del merito giudiziario, riaccende i riflettori sulla necessità di rigore nella gestione della cosa pubblica.