I giudici hanno stabilito l’illegittimità del provvedimento, annullandolo integralmente e confermando il diritto della consigliera a mantenere il proprio ruolo. Il TAR ha ritenuto che le giustificazioni presentate da Giusy Salerno erano pienamente valide.
Il Consiglio Comunale, inoltre, non disponeva di un potere discrezionale arbitrario per respingerle. Inoltre, non erano state raggiunte le condizioni previste dallo statuto per dichiarare la decadenza.
LE DICHIARAZIONI DEL SINDACO FRANCESCO FORGIONE
«La sentenza del TAR, finalmente, chiude una delle pagine più vergognose e squallide della politica e delle Istituzioni Egadine. Per portare avanti il disegno politico finalizzato alla sfiducia del sindaco, sono state violate leggi, regolamenti e prassi istituzionali. Accompagnando queste azioni con una violenza politica e verbale senza precedenti nelle Istituzioni pubbliche. Per quattro mesi, l’attività del Consiglio comunale è stata paralizzata, concentrandosi unicamente sulla decadenza della consigliera Salerno e sulla sfiducia al sindaco. Tale gestione, come affermato dal TAR nei precedenti pronunciamenti e ribadito nella sentenza finale, è stata illegittima e contraria a tutte le regole. Nel frattempo, uffici comunali cruciali sono stati distolti dai problemi reali dell’amministrazione, costringendo l’intera macchina comunale a occuparsi di una questione che non sarebbe mai dovuta nascere.
Mi auguro che questa indecorosa vicenda costituisca occasione per una più ampia riflessione sui comportamenti, sulla volgarità e la violenza del linguaggio adottato, sulle offese alla dignità delle persone e al ruolo del Consiglio comunale, nonché sull’immagine penosa della politica e delle Istituzioni che ha restituito alla collettività. Ora è il momento di guardare avanti. Se c’è la volontà, si può lavorare per ricostruire un clima di confronto civile, nell’interesse della comunità. Alla consigliera Giusy Salerno va tutta la mia solidarietà per il suo rigore morale e il suo impegno professionale e civico, qualità che non avrebbero avuto bisogno di una sentenza del TAR per essere riconosciute».