Beni per un valore di 180 mila euro sono stati sequestrati al quarantottenne partannese Rosario Scalia. Il provvedimento, ai fini della confisca, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Trapani, è stato eseguito dai Carabinieri.
Il sequestro riguarda un immobile, terreni, beni aziendali, conti correnti e depositi a risparmio. Dalle indagini sarebbe infatti emersa una sperequazione tra i beni posseduti e il reddito dichiarato dal quarantottenne.
Scalia è stato condannato in primo e secondo grado a 19 anni e 11 mesi di carcere per l’omicidio di Salvatore Lombardo, assassinato nel 2009 a Partanna per volere dell’imprenditore Domenico Scimonelli, ritenuto vicino all’allora boss latitante Matteo Messina Denaro.
Un omicidio di mafia, commissionato in seguito ad una rapina avvenuta all’interno di uno dei supermercati Despar gestito proprio da Scimonelli. Rosario Scalia, secondo quanto emerso dalle indagini, e dalle informazioni fornite da due collaboratori di giustizia, avrebbe avuto il compito basista, fornendo ai killer tutte le informazioni utili sulle abitudini e gli spostamenti della vittima.