Arresti domiciliari per il titolare dell’area di parcheggio e per un ispettore della Polizia Municipale di Calatafimi Segesta
Francesco Isca, 60 anni, imprenditore edile, e Salvatore Craparotta, 64 anni, ispettore della polizia municipale di Calatafimi, sono accusati di avere stretto tra loro un patto scellerato di corruzione per la gestione di un’area di sosta e ristoro nei pressi del parco archeologico di Segesta. Entrambi sono stati posti agli arresti domiciliari dai carabinieri della compagnia di Alcamo su ordine del GIP del Tribunale di Trapani, Piero Grillo. Altre cinque persone hanno ricevuto un avviso di garanzia a conclusione delle indagini dei carabinieri avviate nell’agosto scorso per i reati di favoreggiamento, abuso d’ufficio, omissione d’atti d’ufficio e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici. Isca è il proprietario, di fatto secondo i carabinieri, dell’area di sosta nei pressi del Parco Archeologico di Segesta di proprietà della società Nuovi Sistemi Edili srl (e gestito dalla Segesta Gree Tour srl); mentre Craparotta attraverso le sue funzioni di vigile urbano avrebbe operato in modo da scoraggiare soste al di fuori dell’area gestita da Isca, ricevendone in cambio l’assunzione di congiunti. Isca ha assunto direttamente il genero dell’ispettore della polizia municipale di Calatafimi – Segesta, mentre la gestione del parcheggio è stata affidata alla società Segesta green Tour Srl che è al 50% della figlia del vigile urbano e nella quale sono stati assunti la moglie e un altro figlio. Craparotta fino allo scorso dicembre 2019 era ancora in servizio. Quest’ultimo, secondo le indagini dei carabinieri, è risultato essere fin troppo solerte nel sanzionare i posteggiatori abusivi della zona e gli automobilisti che parcheggiavano sulla strada. L’intento sarebbe stato quello di favorire l’area di sosta a pagamento di Isca in contrada Pispisa distante dall’ingresso all’area archeologica, ma di fatto l’unica possibile, a causa della chiusura dell’area di sosta pubblica, dove i turisti erano obbligati a posteggiare e a pagare sosta, (5 euro per le auto e 30 per i pullman) con trasporto al Parco inclusa. Nel luglio 2017 fu il sindaco di Calatafimi Vito Sciortino (oggi ex, tra i cinque raggiunti da avviso di garanzia) a diffidare il Parco, con un atto informale, dall’utilizzare il proprio parcheggio interno a esclusivo vantaggio dell’area gestita dalla Segesta green tour srl che fa capo al 50% alla figlia di Craparotta. Indagati anche il comandante della polizia municipale Giorgio Collura, l’ispettore Leonardo Accardo e l’agente Vito Accardo. Le proteste dei turisti e di associazioni posero in evidenza il problema. L’Associazione “Società Geografica Siciliana” aveva avanzato una formale richiesta all’assessorato regionale ai beni culturali perché venisse riaperta l’area di sosta pubblica, di pertinenza del Parco Archeologico.