Zotte d’acqua e diritti

Trapani, piazza Giangiacomo Ciaccio Montalto. Una pozzanghera che è una frustata di disinteresse per una persona disabile.

«La sottoscritta, nome fittizio, Amministratore del Condominio Malta Nord, sito in Trapani, nella piazza Giangiacomo Ciaccio Montalto chiede immediato intervento sul manto stradale adiacente il citato condominio. Fa presente che davanti l’ingresso del condominio è presente un posto auto per invalidi che diviene impraticabile nelle giornate di pioggia allagandosi e rendendo impossibile al disabile l’accesso all’auto. Al fine di rendere fruibile il citato posto auto si prega di voler tempestivamente intervenire per risolvere il problema. Confidando in un pronto riscontro etc etc…». Fin qui la nota di una solerte amministratrice di condominio, inviata via mail e a mezzo PEC a tutti gli indirizzi possibili del Comune di Trapani: al terzo e al sesto settore, al segretario generale e via discorrendo. Non la prima sollecitazione e non sarà probabilmente neppure l’ultima, visto che in precedenza l’intervento era stato richiesto per vie brevi. Ma fino ad oggi nulla s’è mosso dal Comune di Trapani. La pozzanghera è sempre lì. Anzi, diamo corretta definizione. Non è una semplice pozzanghera: è una “zotta”. In dialetto siciliano pozza d’acqua o frusta. Come sia possibile che un lemma, o se preferite una parola, possa avere due significati così lontani l’uno dall’altro è il mistero della glottologia, o dello studio dei dialetti. “Zotta” deriva dallo spagnolo azote, un verbo che significa flagellare. Forse c’è qualcosa di onomatopeico nello schiocco della frusta che richiama il rumore di un piede che affonda in una “zotta” d’acqua. Quale che sia l’origine del termine la “zotta” è lì, delimitata dalle strisce gialle che indica la sosta per disabili. Quando piove puntuale flagellazione per chi deve salire e scendere dall’auto, disabili e accompagnatori. Ulteriore disagio per chi già deve convivere con le quotidiane difficoltà di mobilità. E non vale considerare che la mobilità per un disabile debba essere riservata alle sole belle giornate di sole o solo in caso di necessità. Libertà di scelta, e di mobilità, vorrebbe che un disabile possa volere uscire e prendere l’auto, anche solo per prendere un caffè, dopo, o perfino durante, una pioggia incessante. Ciò non vuol dire che debba essere obbligato a entrare dentro una “zotta” d’acqua e subire l’ennesima frustata di disinteresse per la sua condizione.

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