In provincia, il banco di prova per le amministrative di Erice è stato atteso anche per maturare ragionamenti politici in vista del rinnovo dell’Assemblea Regionale Siciliana che dovrebbe andare al voto domenica 6 novembre. Alcuni nomi in campo già sono noti: Dario Safina si è dovuto dimettere, come prescrive la legge, proprio per essere candidabile. Gaspare Giacalone non ha nascosto in questi mesi la propria disponibilità a correre per i democratici anche se l’ex sindaco di Petrosino esce ridimensionato dal voto dello scorso 12 giugno per la sconfitta del “suo” candidato Roberto Angileri, giunto terzo su tre, seppur tutti in un fazzoletto di neanche 100 voti.

Dalle parti del PD resta sempre da capire chi coprirà la casella del Belice. Il deputato regionale Baldo Gucciardi o il sindaco di Salemi Domenico Venuti. Entrambi hanno fatto intendere che potrebbero essere disponibili; assai probabile che dovrà essere la segreteria regionale a sciogliere il nodo fra i due. Sempre in zona belicina, ormai è scontata la corsa dell’attuale sindaco di Partanna Nicola Catania con Fratelli d’Italia dove ha aderito formalmente in questi giorni. Nella lista della Meloni potrebbe correre anche Peppe Guaiana; possibilità che non è stata esclusa dagli stessi protagonisti della vicenda nei mesi scorsi anche se le posizioni appaiono più distanti dopo il voto ericino e le diverse scelte di campo. Il Presidente del Consiglio comunale di Trapani che non ha mai nascosto la volontà di misurarsi per un seggio all’ARS, tuttavia, potrebbe trovare spazio nella “casella Trapani” per la lista che Nino Papania dovrà allestite quale leader del Movimento Nuova Autonomia in Sicilia Occidentale.

Qui certamente correrà il segretario provinciale di Via – e fedelissimo dell’ex Senatore – Angelo Rocca. Ma in queste ore monta un ipotesi affascinante negli autonomisti…, quella di ragionare sul nome di Piero Spina sulla scia dell’ottimo risultato riscosso domenica scorsa. Fantapolitica? Si vedrà. In Forza Italia, si sa, la corsa è a due fra l’assessore regionale all’Agricoltura Toni Scilla e l’onorevole Stefano Pellegrino, sempre che l’avvocato marsalese decida di correre ancora una volta per Sala D’Ercole. Il cantiere dei centristi, invece, è aperto alle dinamiche regionali per allestire una squadra sull’isola in grado di superare lo sbarramento del 5%; i grillini non hanno più uscenti visto che Valentina Palmeri e Sergio Tancredi hanno abbandonato il movimento da tempo.

Per i 5 Stelle, il nome conta poco, si sa. Cosa assai più complicata sarà invertite la tendenza che li vede in fortissimo calo di consensi, così come il voto in tutta Italia ha appena dimostrato. Cosa non facilissima, in così breve tempo, visto la guerra intestina ormai di dominio pubblico fra il leader Conte e l’ex capo politico Di Maio. Per quanto riguarda gli altri partiti, Lega, Socialisti, Renziani, ecc, difficilmente – per motivi diversi chiaramente – potranno fare altro che mera testimonianza a questo giro.