L’ex responsabile della Delegazione di Spiaggia – Capitaneria di Porto di San Vito Lo Capo Federico Sorrentino è stato condannato a tre anni di reclusione per corruzione. Per i Pm avrebbe favorito Andrea Di Liberti, titolare di un lido balneare, in cambio di denaro e avrebbe distrutto delle lettere anonime con denunce a carico di quest’ultimo. La sentenza è stata emessa con il rito abbreviato dal gup di Trapani, Roberta Nodari. La sentenza prevede anche la confisca di 2 mila euro, quale «profitto del reato», in pratica la mazzetta che Sorrentino avrebbe ricevuto dal titolare del lido.

Andrea Di Liberti, rinviato a giudizio, sarà però processato separatamente con il rito ordinario. Nel procedimento sono stati i rinviati a giudizio anche Luigi Mazzamuto, Massimo Ferrazzano e Fabio Pullarà, accusati di avere appiccato l’incendio a un lido di San Vito lo Capo nel maggio 2018. In seguito a quell’incendio Matteo Rizzo, all’epoca sindaco di San Vito, consegnò ai carabinieri una conversazione registrata dalla quale sarebbero emersi comportamenti poco limpidi del Comandante Sorrentino. Da quell’incendio e dalla denuncia di Rizzo partì l’indagine che coinvolse anche Sorrentino. I carabinieri furono autorizzati alle intercettazioni investigative e nel corso di una perquisizione presso la Delegazione di Spiaggia trovarono esposti e denunce che Sorrentino non avrebbe mai trasmesso all’autorità giudiziaria.

Il militare è stato inoltre condannato anche per «soppressione e distruzione di atti veri». Il riferimento è ad un esposto in cui si raccontava di irregolarità commesse da Andrea Di Liberti e dai suoi congiunti, e soprattutto si raccontava della protezione che Sorrentino avrebbe assicurato proprio a Di Liberti. Stessa accusa rivolta a Vincenzo Tardia, in quegli anni responsabile della sezione affari generali della Capitaneria di Porto di Trapani che però in sede processuale è stato assolto da ogni accusa.