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Le Tre Domane della Domenica a Silvana Piacentino

L'intervista alla direttrice della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco Silvana Piacentino.

Sono diversi gli argomenti affrontati in questa intervista da Silvana Piacentino, direttrice della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco, a partire dal convegno “Saline: tutela e innovazione” tenuto pochi giorni addietro nel salone conferenze della Camera di Commercio. Ma tra i temi al centro delle domande c’è la tutela delle aree della Rete Natura 2000 e le stesse prospettive dell’area protetta delle saline, che in questi anni, grazie al lavoro svolto dal Wwf, ente gestore della Riserva, si è andata affermando sempre più come un’oasi di biodiversità unica nel suo genere. E come un modello di tutela ambientale che sta portando a importanti risultati nel panorama nazionale ed europeo, oltre che a livello internazionale visto che la Riserva delle Saline è anche un’area Ramsar.
Con Silvana Piacentino abbiamo fatto il punto della situazione per approfondire meglio i tanti argomenti che ruotano attorno alla Riserva delle Saline di Trapani e Paceco. E non solo…

Saline: tutela e innovazione” è stato il tema del convegno tenuto alla Camera di Commercio di Trapani organizzato dall’ente gestore della Riserva delle Saline assieme a Italia Nostra ed ad altre associazioni. Come è andata? Facciamo il punto su questo importante momento di confronto…

E’ stato un momento importante di condivisione dei risultati ottenuti grazie all’istituzione della riserva regionale e della gestione da parte del WWF Italia che si è svolto alla presenza del dott. Francesco Picciotto, dirigente del servizio parchi e riserve dell’assessorato regionale territorio ambiente, che ha aperto i lavori sottolineando l’importanza ed il ruolo del sistema delle aree protette siciliane ripercorrendone la storia e rimarcando l’importanza del sito delle saline di Trapani, Paceco e Misiliscemi, tra i siti più importanti nell’isola per la tutela della biodiversità e gestito in coerenza con gli obiettivi di tutela previsti dalle norme. Nel suo discorso il dirigente si è soffermato su come debba essere intensa la valorizzazione delle attività all’interno dei confini dei territori protetti rimarcando che questa non può certamente discostarsi né prevalere sulla tutela della biodiversità.

La grande partecipazione al convegno, ha visto la presenza anche di molti giovani testimoniando la collaborazione con le istituzioni scolastiche. La presenza degli studenti e’ la testimonianza di quanto le nuove generazioni siano consapevoli dell’importanza di preservare l’ambiente naturale e di come percepiscano che le nostre scelte determineranno domani anche il loro futuro.

L’organizzazione del convegno in sinergia con altri soggetti: Italia Nostra, Amici della Terra, le Fondazioni dell’ordine degli architetti e degli ingeneri e lo stesso comune di Trapani, sono la testimonianza dell’interesse della collettività per l’area e per i temi ambientali. Anche la scelta del luogo non è stata casuale ed è il frutto di una sinergia con la camera di commercio di trapani nella consapevolezza che le saline rappresentano un grande patrimonio anche sotto il profilo delle attività produttive legate al sale e all’indotto economico ad esso correlato.

Tanta parte della società non solo riconosce il valore della riserva ma ha compreso e ne condivide il senso della protezione e di quelle apparenti restrizioni che hanno consentito di raggiungere importanti obiettivi solo per citarne alcuni la protezione della Calendula lungo il litorale Ronciglio come nelle aree esterne lungo il litorale trapanese, il recupero di aree un tempo discariche oggi luoghi di ricerca con scoperte di specie completamente sconosciute al mondo scientifico, fino all’eliminazione di due elettrodotti a tutela dei fenicotteri rosa e di tante altre specie di uccelli migratori la cui rimozione ha certamente determinato il recupero del paesaggio restituendolo ad una nuova straordinaria bellezza

Tra gli argomenti di cui si è parlato ci sono stati i siti di Rete Natura 2000. Cosa sono. E spesso si sente parlare del loro ampliamento legato proprio alle esigenze di tutela della Riserva delle Saline di Trapani, Paceco e Misiliscemi. Ci aiuta a capire come funzionano le aree Zps e Zsc?

Quando parliamo di saline parliamo di rete Natura 2000 che rappresenta il principale strumento della politica dell’unione europea per la conservazione della biodiversità. si tratta di una rete ecologica presente su alcune aree del territorio dei paesi dell’unione europea istituita ai sensi della direttiva “Habitat”da cui discendono le “ZSC” ossia le zone speciali di conservazione individuate al fine di garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario. la rete natura 2000 comprende anche le “ZPS” ossia le zone di protezione speciale istituite invece ai sensi della direttiva “Uccelli” concernente la conservazione degli uccelli selvatici.

Dal 2016 per la gestione delle saline che si trovano lungo la costa tra trapani e marsala vige un piano di gestione. tale piano costituisce la base di tutta la pianificazione sia delle aree interne ai siti protetti sia di quelle esterne confinanti, fissa gli obiettivi da raggiungere a breve, medio e lungo termine individuando le azioni necessarie. rispetto alle aree che confinano con la riserva e con i siti ZPS e ZSC il piano rileva diversi fattori di minaccia che andrebbero affrontati nell’ottica che la tutela da sola della riserva e dei siti Natura 2000, per quanto fondamentale ed obbligatoria, non assicura nel lungo termine la tutela della biodiversità a fronte di tanti fattori di pressione già esistenti e sempre più crescenti che, inevitabilmente incidono ed incideranno sul mantenimento dell’efficienza dei processi naturali considerato che tutto in natura è connesso aldilà dei confini amministrativi delle aree.

I confini dei territori protetti, quello della Riserva, dei siti della Rete Natura 2000 e dell’area Ramsar presentano delle differenze, questi ultimi includono rispetto alla Riserva porzioni di territorio più ampie sia a nord che a sud della perimetrazione ed oggi è necessario, al fine di migliorare la gestione dei siti, armonizzarne i confini.

Inoltre è necessario, al fine di migliorare la connettività tra gli habitat oggi fortemente frammentati e isolati, includere all’interno della rete natura 2000 l’area a sud della riserva, ex salina “Fiume”, nel territorio comunale di Misiliscemi e prevedere la tutela delle aree superstiti delle ex saline “Collegio/Modica” ricadenti nel comune di Trapani. entrambe le aree, in passato saline produttive, conservano considerevoli comunità vegetali e svolgono una funzione importante per gli uccelli migratori.

Sono insomma tanti gli obiettivi, ma anche le sfide e le opportunità offerte dalla Riserva delle Saline. In occasione del convegno ha preparato e fatto trovare agli amministratori che hanno partecipato all’incontro un documento. Di che si tratta?

Un documento di sintesi su diversi aspetti, tra gli altri ad esempio per evidenziare le pressioni che gravano attorno alle saline come riporta lo stesso piano di gestione dei siti Natura 2000 e di come occorra agire per la tutela di tutto il patrimonio che caratterizza le saline, in primo luogo attraverso una programmazione e pianificazione integrata e coerente che tenendo conto degli obiettivi di tutela pianifichi con l’obiettivo di rimuovere i fattori critici.

La valorizzazione passa dal saper mantenere e dal curare quello che già esiste cominciando dall’intervenire sui fattori di minaccia, pressione e degrado che non solo incidono negativamente sui sistemi ambientali ma che non favoriscono l’integrazione del paesaggio e neppure probabilmente la crescita dell’indotto economico legato alla presenza dei siti protetti.

Attorno alle Saline di Trapani, Paceco e Misiliscemi grava una fortissima pressione antropica che costituisce una seria fonte di minaccia con effetti diretti ed indiretti che si sommano. Un’area protetta non è isolata dal contesto che la circonda, quindi, se da un lato le saline con i salinari sono un esempio dell’interazione positiva tra attività umana produttiva e salvaguardia della biodiversità, allo stesso tempo l’area protetta risente della presenza di alcune situazioni ed attività antropiche i cui effetti negativi inevitabilmente si ripercuotono al suo interno.

Una delle priorità che è al contempo opportunità per il territorio è che si realizzi un nuovo tracciato alternativo all’attuale strada provinciale 21 nella parte che taglia in due la Riserva in zona “A” spostando l’asse stradale esternamente nella parte a monte. Per questo durante il convegno si e’ parlato di una possibile alternativa alla viabilità stradale da valutare in sede di pianificazione coinvolgendo tutti gli enti preposti. Quel tratto di strada che costituisce una barriera dal punto di vista naturalistico ha molteplici effetti negativi mentre il suo lo spostamento valorizzerebbe l’area anche in termini di fruizione che all’interno di un sito protetto è un momento necessario ed importante, ma che deve essere intesa partendo dalla capacità di carico ecologico del territorio definendone il limite oltre il quale le risorse ambientali possono subirne nel tempo un danneggiamento.

Al fine di incentivare una fruizione sostenibile, rispettosa e consapevole dei luoghi, che avvantaggi anche l’indotto economico gia’ presente, senza però danneggiare il patrimonio ambientale, motivo per cui tanti si recano a visitare le saline, servono servizi e strutture come musei, centri di educazione ambientale, centri di documentazione, etc. che accolgano il visitatore accompagnandolo a conoscere la storia di questo territorio tra natura, sale e saline.

Questo può avvenire attraverso la riqualificazione delle aree attorno alla Riserva, convertendo le strutture confinanti o che ricadono all’interno e che oggi sono fonte di pressioni negative, in luoghi che raccontino il territorio tramandandone l’identità culturale senza gravare all’interno del sito protetto.

Ed inoltre, in relazione al paesaggio caratterizzato dai mulini che negli anni ha risentito del degrado dei manufatti di salina, con i mulini un tempo necessari alla salicoltura oggi rovinosamente in disuso, non possiamo permetterci di continuare a perdere pezzi di questo importante patrimonio.

L’insieme infatti, del patrimonio ambientale, architettonico e paesaggistico costituiscono un museo a cielo aperto da salvaguardare in ogni sua componente, in questo contesto risulta fondamentale anche un piano per il recupero dei mulini a vento. Tra gli scenari possibili, nel rispetto dei vincoli e degli obiettivi di tutela del sito, vi è anche l’idea di sperimentare ad esempio una riconversione tecnologica ecocompatibile, con produzione di energia elettrica pulita accumulabile in apposite batterie a sale utilizzabile in salina per il ciclo produttivo del sale. L’idea del riuso dei mulini a vento deve comunque integrarsi al contesto naturalistico in cui sono inseriti evitando che si trasformino in incremento delle pressioni anche interne al sito.

Io credo che i sindaci possano accogliere queste proposte che avrebbero molteplici vantaggi e che effettivamente attraverso una riqualificazione si tradurrebbero in una reale valorizzazione dei beni ambientali, architettonici e paesaggistici anche con risvolti occupazionali ed economici nel medio e nel lungo termine.

Mario Torrente

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DI SEGUITO IL DOCUMENTO PREDISPOSTO IN OCCASIONE DEL CONVEGNO

LA RISERVA NATURALE ORIENTATA SALINE DI TRAPANI E PACECO ED I SITI DELLA RETE NATURA 2000 – ZPS E ZSC – TUTELA DEL PATRIMONIO DELLE SALINE: OBIETTIVI, SFIDE E OPPORTUNITA’

A quasi 30 anni dall’istituzione della Riserva Naturale da parte della Regione Sicilia e a 28 dall’affidamento in gestione al WWF Italia, sono tanti i risultati raggiunti grazie all’applicazione delle norme di tutela. Solo per citare alcune delle importanti azioni a salvaguardia delle specie vegetali ed animali: l’eliminazione radicale degli elettrodotti di media tensione all’interno del sito, la collocazione dei dissuasori sulle reti dell’alta tensione, la protezione della Calendula maritima con recupero del litorale Ronciglio, la scoperta dell’Incertana drepanensis ed il recupero dell’area del pantano Canale Baiata, il divieto di sorvolo, l’aumento del numero delle specie nidificanti, etc. Alcuni interventi e risultati, che a prima vista potevano sembrare delle operazioni irrealizzabili, invece, sono l’esempio di come partendo dall’applicazione delle norme è possibile imprimere una svolta al territorio per un cambiamento possibile.

Ma questa è l’occasione per una riflessione su quanto accade nel presente e soprattutto per accendere l’attenzione sul futuro di quest’area, rappresentando che se tanto è stato fatto all’interno del sito protetto, ad oggi attorno alle Saline di Trapani, Paceco e Misiliscemi grava una fortissima pressione antropica che costituisce una seria fonte di minaccia con effetti diretti ed indiretti che si sommano.

Un’area protetta non è isolata dal contesto che la circonda, quindi, se da un lato le saline con i salinari sono un esempio dell’interazione positiva tra attività umana produttiva e salvaguardia della biodiversità, allo stesso tempo l’area protetta risente dell’effetto negativo delle attività antropiche e inevitabilmente tutto ciò che si verifica oltre i suoi confini territoriali si ripercuote al suo interno.

I confini dei territori protetti, quello della Riserva, dei siti della Rete Natura 2000 e dell’area Ramsar presentano delle differenze, questi ultimi includono rispetto alla Riserva porzioni di territorio più ampie sia a nord che a sud della perimetrazione ed oggi è necessario, al fine di migliorare la gestione dei siti, armonizzarne i confini. I siti ZPS e ZSC sono sottoposti ad un altro livello di protezione rispetto alla Riserva, tutela che troppo spesso è stata sottovalutata o non pienamente compreso mentre la Rete Natura 2000 è piuttosto il pilastro della conservazione a livello comunitario e dal 2016 per la gestione delle aree delle saline di Trapani e Marsala vige il Piano di Gestione. Tale piano fissa gli obiettivi da raggiungere a breve, medio e lungo termine partendo dall’analisi del contesto territoriale individua le minacce e le criticità, prevedendo una serie di azioni per il raggiungimento degli obiettivi di tutela dei siti protetti. Il Piano di Gestione è la base per tutta la pianificazione sia delle aree interne ai siti protetti sia di quelle esterne confinanti con lo stesso per le quali il piano fissa già minacce ed azioni da intraprendere.

È evidente che il futuro del sito protetto è strettamente legato e condizionato dalla pianificazione delle aree esterne, la tutela conseguente all’istituzione della Riserva ha portato al ripristino e/o il mantenimento di importanti e delicati sistemi ambientali con incremento dei valori naturalistici il cui mantenimento ad oggi non può prescindere dall’utilizzo del territorio esterno confinante. La tutela da sola dei mille ettari della Riserva per quanto fondamentale, non assicura infatti, nel lungo termine la tutela della biodiversità a fronte di tanti, troppi fattori di minaccia già esistenti e sempre più crescenti che, inevitabilmente incidono sul mantenimento dell’efficienza dei processi naturali considerato che tutto in natura è connesso aldilà dei confini amministrativi delle aree.

In quest’ottica, a cominciare dalle amministrazioni comunali, è fondamentale focalizzare tutta la pianificazione sulla custodia del territorio, tenendo anche conto degli effetti dei cambiamenti climatici in corso e dei potenziali rischi; quindi a partire dalla riduzione di consumo di suolo sia in funzione della sostenibilità ambientale sia per la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico in quanto tali effetti, nel caso specifico, si andranno a sommare alle altre pressioni antropiche già presenti nell’area delle saline di Trapani, Paceco e Misiliscemi.

Abbiamo il privilegio della presenza sul nostro territorio di siti protetti che hanno un valore ambientale universalmente riconosciuto, questo va percepito come valore aggiunto del territorio, avendo la capacità semmai di cambiare la prospettiva di osservazione ossia trasformare una limitazione in opportunità.

Occorre valorizzare tutte le caratteristiche uniche di questo territorio, nella consapevolezza che dalle nostre scelte, dipendono le sorti di molte delle popolazioni di uccelli migratori su scala globale inoltre, vantiamo anche una vastità di endemismi tra specie vegetali ad animali, tra i motivi del riconoscimento delle aree quali siti Natura 2000 e Ramsar. L’ unicità delle saline si racchiude nella bellezza del paesaggio, nella ricchezza del patrimonio storico architettonico, come nella grande tradizione culturale ed etnoantropologica legata alla produzione del sale.

Non tutti i luoghi sono uguali e non tutto si può realizzare o prevedere in ugual modo o con le stesse modalità ovunque e se esiste un sito quale quello delle Saline di Trapani, Paceco e Misiliscemi, il cui valore ambientale e non solo quello, è riconosciuto a livello globale, non tutto ciò che è possibile altrove, può invece essere riproposto qui o almeno non con le stesse modalità.

Occorre semmai, riflettere sulle scelte del passato e recependo le indicazioni del piano di gestione dei siti della Rete Natura 2000, strumento che seppur datato redatto nel 2010 costituisce una base di lavoro, evitare il ripetersi di scempi e il perpetrarsi di situazioni di scontro, avendo chiaro che nel frattempo nel paese Italia c’è stata l’importante riforma della Costituzione Italiana degli articoli 9 e 41 che sanciscono dei principi fondamentali sulla tutela della biodiversità.

Serve agire per la tutela del patrimonio che ricade all’interno dei siti protetti nella sua complessità, attraverso programmazioni e pianificazioni che devono avere come principio cardine gli obiettivi di tutela previsti dalle norme per mantenere i risultati conseguiti nel tempo e soprattutto per consentire un cambiamento improntato nei fatti alla sostenibilità ambientale.

La valorizzazione del territorio passa dal saper mantenere, prendendosene cura, di quello che già esiste, semmai intervenendo a rimuovere i diversi fattori di minaccia, pressione e degrado che insistono attorno alle saline con effetti sia sui sistemi ambientali a danno della biodiversità che condegrado del paesaggio.

Una delle sfide, che è al contempo un’opportunità è che si realizzi un nuovo tracciato alternativo all’attuale percorso della Strada Provinciale 21 certamente nella parte che taglia in due la Riserva con l’asse stradale ricadente in zona A spostandolo invece a monte all’esterno dei siti protetti.

Questa azione che è una esigenza di tutela, in quanto l’arteria stradale costituisce in quel tratto una barriera fisica ma che presenta anche molteplici altri effetti negativi sulle diverse componenti ambientali, valorizzerebbe quell’area sotto diversi profili anche consentendo una modalità di fruizione dell’area diversa. Parlare di valorizzazione e fruizione del patrimonio naturale all’interno dei siti naturali protetti, vuol dire pensare ad una fruizione contingentata, partendo dalla capacità di carico ecologico del territorio, definendo il limite oltre il quale le risorse ambientali protette possono subirne un danneggiamento con degrado dell’ecosistema delle saline.

E’ necessario un cambiamento della prospettiva chiedendoci cosa serve oggi alla Riserva e al territorio, al fine di migliorare ed implementare, per esempio, quell’indotto economico diretto ed indiretto che già esiste grazie alla presenza del sito protetto. Certamente mancano servizi ed attrezzature fondamentali e servono soprattutto delle strutture come: musei, centri di educazione ambientale, centri di documentazione, etc. che accolgano il visitatore consentendogli di conoscere al meglio tutte le peculiarità ed unicità del sito. Per quale motivo allora non pensare alla riqualificazione, per un uso diverso, di alcune aree e/o strutture attorno alla Riserva o confinanti o ancora alle strutture che ricadono in zona A, che oggi talvolta hanno un uso poco coerente con la presenza del sito e fonte di pressioni.

Ancora una sfida sono i mulini a vento, per i quali occorre continuare nel restauro e recupero già avviato che interesserà solo tre dei circa cento mulini un tempo sparsi sul territorio, partendo dall’assunto che alla base del restauro e futuro uso deve esserci la sostenibilità ambientale, a partire dalla tutela ed il mantenimento della biodiversità, del patrimonio paesaggistico, architettonico e storico-culturale. È tempo di intervenire per fermare l’azione inesorabile del tempo ragionando sulle possibili prospettive di recupero ed uso tra cui prevederne un riuso che aiuti i proprietari ed i gestori delle saline nell’attività produttiva del sale. Certamente non si può pensare di trasformare i mulini che restano in strutture avulse dal contesto naturalistico in cui sono inseriti o peggio che diventino fonte di incremento delle pressioni antropiche anche interne al sito.

Per concludere, al fine di ridurre l’isolamento dei siti della Rete Natura 2000 e la frammentazione degli habitat occorre includere all’interno della Rete Natura 2000 l’area a sud della Riserva delle Saline, ossia l’ex salina “Fiume” e le aree superstiti delle ex saline “Collegio/Modica”. Lo stesso piano di gestione dei siti della Rete Natura 2000 tra gli obiettivi è molto chiaro e prevede espressamente che i piani regolatori dei comuni di Trapani, Paceco e Marsala armonizzino le scelte urbanistiche con l’obiettivo di migliorare la connettività tra gli habitat oggi fortemente frammentati presenti nei siti della Rete Natura 2000 e nelle due riserve naturali.

WWF ITALIA
R.N.O. Saline di Trapani e Paceco
Silvana Piacentino

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