Un detenuto di colore costretto a spogliarsi per poi essere deriso per le dimensioni dei suoi organi genitali.
Un altro costretto a fumare una sigaretta alla quale era stata aggiunta una sostanza non meglio precisata. Un altro ancora insultato con l’appellativo di “cane”. Ed ancora, sputi in segno di disprezzo, manganellate, gavettoni di acqua e urina, incursioni punitive, in piena notte, nelle celle.
Vittime, detenuti con problemi psichici, considerati, però, dalle guardie carcerarie dei “capatosta” e, quindi, soggetti da “picchiare”.
Tutto questo, secondo quanto emerso dall’indagine della Procura di Trapani, condotta dal Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria, accadeva nel reparto Blu delle carceri del capoluogo.
Quarantasei agenti penitenziari indagati. Undici arrestati. Quattordici sospesi dal servizio.
Ai “domiciliari” sono finiti Filippo Guaiana; Antonino Mazzara; Filippo Bucaria; Claudio Angileri; Claudio Di Dia; Andrea Motugno; Francesco Pantaleo; Salvatore Todaro; Stefano Candito; Roberto Passalacqua; Antonino Fazio.
L’indagine ha preso il via in seguito alla denuncia di un detenuto presentata nel settembre del 2021.
Condotto in isolamento nel reparto Blu, per protesta aveva incendiato la cella. Spente le fiamme gli agenti lo avrebbero aggredito e picchiato, colpendolo anche con gli estintori.
Le indagini avrebbero, poi, documentato altri casi.