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venerdì, Marzo 29, 2024
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Lavoro nero, la denuncia della Cgil

Il sindacato evidenzia lo sfruttamento dei giovani, specialmente d’estate

Lavorano circa dieci ore al giorno, sette giorni su sette, per uno stipendio giornaliero che oscilla tra le venti e le venticinque euro. Sono le lavoratrici e i lavoratori della ristorazione, delle strutture ricettive, ma anche dei settori dell’agricoltura e dell’edilizia.  A denunciarlo è il segretario generale della Cgil, Filippo Cutrona, che evidenzia come  nel territorio trapanese l’occupazione non cresca mentre quella giovanile sia salita, secondo i dati Istat, al 45,2 per cento. Anche per le donne la situazione è difficile: se quelle senza lavoro di età compresa tra i 15 e i 74 anni sono il 24,3 per cento, quelle  tra i 18 e i 29 anni sono il 47,9 per cento. I più  sfruttati sono i giovani under 30, soprattutto studenti che terminata la scuola si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro e trovano impiego nei bar, nei pub, nei ristoranti e nelle strutture ricettive. Cutrona li definisce  lavoratori invisibili perché   privi di contratto, senza tutele e senza diritti. Poi ci sarebbero coloro che un contratto lo hanno firmato ma che  subiscono frequentemente la violazione delle norme. Il lavoro nero e sommerso  ha un picco  durante la stagione estiva quando le fasce orarie di lavoro si estendono fino a notte fonda. Praticamente assenti i controlli. Per il segretario della Cgil è necessario quindi che le Istituzioni assumano un impegno continuo e costante nell’attività per reprimere e far emergere l’illegalità nei luoghi di lavoro senza celarsi, come si fa spesso,  dietro la scusa dell’insufficienza di personale.

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