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venerdì, Aprile 19, 2024
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40 milioni di euro per l’integrazione dal Ministero dell’Interno

I fondi potranno essere usati per ristrutturare immobili da destinare all’inserimento degli stranieri. Per Trapani previsti 2.400.000 euro

Quaranta milioni di euro da destinare all’accoglienza dei migranti stanziati dal ministero dell’Interno guidato da Matteo Salvini e destinati ai comuni che in questi anni sono stati maggiormente interessati dagli sbarchi e dalla gestione dei migranti. Sono 18 in tutto, tra cui sette in Sicilia: Augusta, Catania, Lampedusa, Palermo, Porto Empedocle, Pozzallo e Trapani. L’avviso, inviato alle amministrazioni lo scorso mese di maggio, riguarda il finanziamento del recupero di immobili comunali o confiscati alla mafia da utilizzare per lo svolgimento di attività che puntino all’inclusione sociale dei migranti regolari presenti nelle città. La ripartizione della dotazione finanziaria è stata stabilita sulla base di tre criteri: il numero di abitanti, la percentuale di extracomunitari e il numero medio di sbarchi nel triennio 2016-2018. Il calcolo fatto dal dipartimento di Pubblica sicurezza del Viminale ha stabilito che a Trapani spettano 2.400.000 euro. Una settimana fa sono scaduti i termini per la consegna dei progetti. La città falcata figura tra i comuni che hanno avanzato la richiesta di finanziamento che riguarda il progetto approvato dalla giunta Tranchida su proposta dell’Assessore Andreana Patti e gli uffici tecnici – diretti dall’ingegnere Eugenio Sardo che riguarda l’intervento di recupero dei capannoni dell’ex Mattatoio, ormai chiusi ed in disuso da tempo, che sono prospicienti l’ingresso principale posto sulla via Erice, per realizzare ed insediare laboratori artigianali, spazi formativi e living lab per l’integrazione degli immigrati regolari. Il fine è quello di determinare l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati nonché per un concreto supporto allo start up di imprese anche mediante la creazione di piccole cooperative miste composte da italiani e migranti regolari al fine di rendere ancor più concreta l’integrazione sociale e lavorativa.

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