La “monnezza” sul mare del mito

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Il territorio trapanese continua a fare i conti con l’abbandono indiscriminato ed incivile di rifiuti praticamente ovunque. Questa mattina siamo stati dalle parti del porto peschereccio di Trapani per mostrarvi cosa c’è tra i blocchi di pietra a pochi metri dal mare.

Questa è la scogliera della via intitolata a Lutazio Catulo , il generale Romano che nel 241 a.C. vinse la storica battaglia delle Egadi. La strada che collega il piazzale del porto peschereccio di Trapani con quello del Lazzaretto si affaccia proprio nel mare dove 2200 anni fa si combatterono Romani e Cartaginesi. Un tratto del litorale trapanese dalla sconfinata bellezza e con un carico di storia e mito da fare invidia. Ma dove purtroppo bisogna fare i conti con l’inciviltà di taluni, che tra questi scogli a pochi metri dal mare ci buttano praticamente di tutto. Trasformando questa scogliera in una vera e propria discarica a cielo aperto.

Tra i blocchi di pietra dei frangiflutti si trova praticamente di tutto: dai sacchetti dell’immondizia di chiara provenienza domestica, gettati da chi non vuole saperne di fare la differenziata, agli ingombranti fino ai materiale di costruzione ed eternit. Tra gli scogli ci sono anche vecchi televisori ed elettrodomestici rotti, sedie, condizionatori, bidoni, bottiglie, mattonelle e tanto altro ancora. E non mancano anche le vecchie cime e le cassette del pesce in polistirolo provenienti da vicino porto peschereccio. Così, a fare da cornice alla suggestiva susta su Torre di Ligny ed il Villino Nasi c’è tanta, ma proprio tanta spazzatura. E pensare che nei mesi scorsi i volontari della Lega Navale hanno più volte ripulito la scogliera. Tirando fuori dai massi quintali di immondizia. Ma neanche il tempo di ripulire, ed ecco spuntare puntuale altra spazzatura, lasciata incivilmente da chi continua imperterrito, ed impunito, a lasciare rifiuti dove capita prima, in barba a qualunque regola. Inquinando l’ambiente e deturpando un intero territorio. Davvero senza speranza.

Una guerra persa in partenza si direbbe. Perché se da un lato c’è chi pulisce, rispetta l’ambiente e fa la differenziata, dall’altro questi comportamenti incivili (e criminali) non fanno altro che vanificare gli sforzi fatti. Con l’aggravante che i costi sono a carico di chi adotta comportamenti corretti, pagando le tasse e rispettado le regole. Ma ci sono cittadini che non intendono continuarare a subire i comportamenti degli incivili e di chi non ha rispetto né dell’ambiente e né della collettività, facendo sentire la loro voce e chiedendo la valorizzazione della zona, come i componenti del comitato “Passeggiata Carolina” che si è costituito di recente. Questa mattina un gruppo in rapprentanza del nuovo comitato, assieme al consigliere comunale Peppe Virzì, hanno incontrato il comandante della Polizia Municipale di Trapani Mario Bosco per avanzare le loro richieste per la valorizzazione della zona, oltre in materia di pulizia e decoro, anche per quel che ha a che vedere con la viabilità, a partire dalla regolamentazione della piazzetta del tramonto con fioriere e panchine per bloccare l’accesso non autorizzato con ingresso dei residenti in via Levanzo. Tra le richieste avanzate c’è anche l’installazione dei dossi artificiali in prossimità della scogliera di via Lutazio Catulo in modo da evitare alle autovetture di sfrecciare a velocità sostenuta. Tre le priorità c’è sempre quella della maggiore pulizia della zona. Dall’altissimo potenziale turistico ma purtroppo costretta a fare i conti con scene di degrado e dai rifiuti abbandonati incivilmente a pochi metri dal mare in uno dei punti più belli di Trapani.

Non è però solo una questione di immagine. Bisogna infatti fare i conti con i danni provocati dall’inquinamento. A partire da quel che riguarda per la salute pubblica. Vicino al mare, e quindi in punti esposti al vento, come nelle montagne e nelle campagne si trovano infatti rifiuti pericolosi. Di quelli che fanno male alla salute. Non è solo una questione di immagine e di rispetto dell’ambiente. Ci sono anche risvolto che incidono sulle vite di ciascuno di noi. Ed in prospettiva su quelle dei nostri figli. A cui stiamo consegnando un mondo sempre più discarica e contaminato di porcherie. Che alla fine respiriamo e mangiamo. Ammalandoci. Forse è il caso di iniziare a rivedere un po’ di priorità. E l’emergenza ambientale sta sicuramente ai primissimi posti. A partire dalla carta gettata e la plastica gettata per strada fino ai casi di inquinamento più eclatante. Il cambiamento si fa con i piccoli gesti. Che alla fine diventano le onde che spazzano via lo schifo lasciato da altri.

Mario Torrente