Le Zone di Economiche Speciali per il rilancio dei territori di Palermo e Trapani al centro di un confronto interno al sindacato.

Il segretario di Palermo e Trapani, Leonardo La Piana, al termine del confronto sindacale sulle Zone Economiche Speciali ha lanciato la proposta – appello alla Regione Siciliana di istituire «un tavolo tecnico» con industriali, autorità portuale, università, istituti di credito ed enti locali, «per discutere di come procedere affinché le Zes diventino una realtà» dotando l’apparato industriale locale di vantaggi che permettano successivamente il salto internazionale degli investimenti rivolti ai nostri territori, superando quindi il gap di competitività di cui le nostre aree soffrono. Tutto partendo dagli esempi internazionali, come il porto di Tangeri in Marocco che ha visto, ad esempio, la creazione di 60 mila posti di lavoro ed un incremento delle esportazioni per oltre 2,6 miliardi di euro proprio grazie alle Zes. «Il Mezzogiorno – ha sostenuto La Piana – deve diventare uno dei più grandi hub logisitici del Mediterraneo con l’obiettivo di aprire l’Italia agli scambi con le economie emergenti del Medio Oriente e del Nord Africa». Le Zes, come scrive lo Svimez, potrebbero rappresentare una grande opportunità di rilocalizzazione per le imprese italiane ed europee che, dopo anni di delocalizzazione dell’attività produttiva verso le economie emergenti alla ricerca dei costi di lavoro più bassi, tendono a ricollocarsi nei mercati di origine riportando i processi produttivi all’interno dei confini nazionali. «Per far questo – sottolinea il segretario Cisl – serve snellire la complessità dei sistemi normativi e amministrativo burocratici». Un altro tema posto dalla Cisl è legato ai contratti di lavoro di nuovi possibili posti che sorgerebbero dai progetti legati alle Zes: «Siamo pronti a siglare patti per assicurare flessibilità ma al contempo lavoro legale, sicuro, garantito e dove vengano applicati i contratti collettivi nazionali e non quelli pirata che stanno distruggendo, tutta una serie di elementi di civiltà anche nell’ambito del lavoro».

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