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Processione dei Misteri, pronti ad incertezze

Cerchiamo di essere realisti e rassegniamoci pure. Niente Settimana Santa, niente di niente.

Vero è che a Trapani il comunicato stampa dell’Unione Maestranze tende a smentire ogni voce in merito rifacendosi al provvedimento governativo che estende obblighi e restrizioni fino al 3 aprile che da noi, gente del Bacino del Mediterraneo dove si aspetta il periodo Pasquale, spesso visceralmente, significa Venerdì di Passione, anti vigilia della Domenica delle Palme.

Ovvio che l’auspicio più grande sia quello che quella possa essere una scadenza ultima e non rinnovabile, significherebbe esserne in qualche modo fuori o quasi. Ecco, appunto: quasi. Perché sarebbe impensabile che a un miglioramento della situazione possa seguire il rischio di un nuovo aumento di contagi a causa della gente che scenderebbe in strada attorno alle pubbliche cerimonie pasquali. E’ un’affermazione amara, questa. Amara ma pragmatica. E poi, sarebbe alla fine una festa senza vigilia, senza attesa, senza probabilmente una reale voglia di viverla. Questo, almeno da parte delle comunità locali. Per non parlare dei flussi turistici o pseudo tali cui è diventato problematico muoversi causa cancellazione di voli, divieti di ingresso in certi paesi, provvedimenti governativi vari dietro ai quali un fiume di disdette presso le strutture ricettive. Tutto comprensibilissimo. E poi, diciamolo pure, la gente in questi giorni pensa legittimamente ad altro, spera che almeno il quotidiano possa essere recuperato. Bella lezione, questa!

Ma vediamo il quadro generale della situazione. Prime fra tutte hanno pagato dazio le festività carnascialesche al nord. Ricordate? Eravamo solo all’inizio. Chiuso a Venezia, Ivrea, Monza, da quelle parti i carnevali più rinomati. Sono stati le prime pubbliche manifestazioni a doversi piegare a una esigenza inattesa e assolutamente indesiderata.

Per le celebrazioni della Settimana Santa, numerose nell’Italia peninsulare, c’è tempo, pensammo. Invece erano solo le prove generali cui le confraternite pugliesi, siciliane, calabresi, campane o altri organismi preposti alle organizzazioni degli eventi, nutrivano nonchalance e fiducia per una risoluzione rapida del problema. Magari! L’impietoso calendario suggeriva intanto che appena il giorno dopo al Martedì Grasso sarebbe stata Quaresima. E in effetti si incomincia là dove immediatamente cerimonie sono previste, Anche a Trapani. Primo Venerdì di Quaresima, prima “scinnuta”. Che purtroppo fu anche l’ultima. Già nell’aria soffiava qualcosa come di amaro presagio. I media insistevano polarizzando l’attenzione su ben altro e frattanto anche altri paesi europei iniziavano ad accorgersi del problema.

Tutto comincia a cambiare per davvero. Chiuso tutto. Anche le chiese.

Già da martedì 10 giunge notizia dell’annullamento de Las Fallas, a Valencia, la nostra città gemellata al tempo della Vuitton Cup. Cavalcate a parte, las fallas rappresentano l’aspetto peculiare della locale festa di san Giuseppe, la più importante in città, oltre 800.000 visitatori, perdite economiche enormi.

Contestualmente viene cancellata las Fiestas de la Magdalena a Castellòn de la Plana, che giunge all’epilogo nella terza domenica di Quaresima, quest’anno il 15 marzo.

Frattanto, siamo esattamente a giovedì di questa settimana, giunge notizia ufficiale che la confraternita de Los Afligidos, a Cadiz, non andrà in processione a prescindere da qualsiasi decisione a carattere generale. Il caso vuole che nella medesima giornata, a Trapani si apprende che il ceto degli Orefici sarebbe ragionevolmente propenso a condividere la proposta di non effettuare la processione dei Misteri. La differenza con Cadiz è che là qualsiasi confraternita può decidere autonomamente delle proprie sorti non facendo parte di un’unica processione come a Trapani.

Venerdì mattina, 13 marzo. Da Alicante si apprende che le 28 confraternite hanno all’unanimità deciso di annullare tutte le processioni che le vede protagoniste durante la Semana Santa, mentre da Siviglia viene annullato il Pregon, una sorta di performance recitativa avente luogo al teatro della Real Maestranza, finalizzata ad esaltare e accendere gli animi sulle imminenti celebrazioni. Inoltre si comincia a parlare di non montare i pasos; per capirci, di non trasferire le statue sulle vare.

Ritornando dalle nostre parti, a Buseto Palizzolo, che scende in strada già a partire dalla Domenica delle Palme (5 aprile) le prove sono ferme dal 9 marzo. Al momento, nessuna decisione drastica. Ma le prospettive non incoraggiano. “Siamo serenamente pessimisti”, dicono.

Giovanni Cammareri.

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