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venerdì, Aprile 19, 2024
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Grido d’aiuto della marsalese Gianna Simonte: “Da 27 ore fermi in stazione a Villa San Giovanni al freddo e a rischio contagio. Vogliamo rientrare a casa”

“Da 27-28 ore siamo privi di ogni assistenza, di un pasto caldo e di servizi igienici, che sono a pagamento. Non sappiamo quando e se potremo rientrare a casa, l’unica che abbiamo, e temiamo per la nostra salute. E’ ingiusto”. Sono le parole di Gianna Simonte, cantante, performer presso Costa Crociere e voce del Trio musicale ‘Cosatinta’, bloccata assieme al marito, Peppe Morana, e al collega, Peppe Maggio, nella stazione di Villa San Giovanni, dopo essere stati a bordo della Costa Pacifica, una nave che non ha registrato nessun caso di coronavirus a bordo, all’interno della quale hanno fatto la quarantena di quindici giorni e da dove sono arrivati in Italia dal Brasile senza mai fare scalo in nessun Comune. Adesso i tre marsalesi si trovano assieme ad altre 10 persone – che per vari motivi sono lì – senza alcuna protezione medica, in una stanza di 75 mq e con la salute messa a rischio in modo irresponsabile. “Le altre persone che si muovono per rientrare dagli altri Comuni violano le ordinanze e quanto stabilito dal Decreto per avitare la trasmissione del virus e il contagio – dice Gianna – noi non ci stiamo spostando da un altro Comune, siamo stati 6 mesi in mare all’estero e stiamo tornando a casa. Siamo partiti ieri da Roma Termini con il beneplacito della polizia ferroviaria che ci ha permesso di partire, e adesso ci bloccano qui. Ce l’abbiamo con il sindaco di Messina che arbitrariamente ha chiuso le porte a tutti senza valutare caso per caso le varie storie, le varie motivazioni. Non si può chiudere così la Sicilia. Ci hanno fatti partire da Roma e a Villa San Giovanni la stessa polizia ci ha detto di scendere con tutte le nostre cose perché non potevamo passare lo Stretto. Siamo stati dalle 14 di ieri fino alle  22 sul marciapiedi, fin quando due agenti della Polizia ferroviaria, mossi dalla pietà, ci hanno aperto una saletta che era chiusa per Covid-19 e ci hanno consentito di entrare per ripararci al chiuso. Ma qui non c’è nulla: niente riscaldamento, e fa freddo – ieri sera c’erano 5 gradi – né Protezione Civile, né Forze dell’ordine, né il sindaco del luogo che si interessino. Solo questi due funzionari della polizia, per il resto non sappiamo nulla”. Gianna Simonte racconta che ieri hanno dato loro dei fogli da riempire con delle  dichiarazioni, che hanno raccolto tutto e che dovevano sottoporre il materiale cartaceo a chi di dovere. “Nel frattempo noi siamo in balia del nulla, senza alcuna protezione. Temiamo di ammalarci prima di rientrare”.

J.C.

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