di Fabio Tartamella

L’udienza fissata per stamattina al Tribunale di Roma dovrebbe far prendere il via all’ultimo atto della disputa fra Alivision e Fabio Petroni da un lato, e la FM Service di Maurizio De Simone dall’altro. Almeno per quanto riguarda la proprietà del Trapani. Come si ricorderà, la questione è legata al mancato pagamento delle rate da 75 mila euro per il trasferimento delle quote del club. Il contratto prevedeva che, saltando due rate consecutive, il Trapani sarebbe tornato di proprietà di De Simone e della FM Service, ed effettivamente si è verificata proprio questa situazione. Ma nel frattempo, fra le due parti, le questioni giuridiche si sono moltiplicate, e la Alivision sostiene di non aver pagato perché ritiene di essere creditrice della FM Service di una somma di oltre 3 milioni e mezzo di euro. E quindi asserisce di non dovere nulla alla società di cui è amministratore Maurizio De Simone. Così, nel giro di qualche giorno, il giudice di Roma dovrebbe mettere un punto fermo su chi sia titolare della proprietà del Trapani. La vicenda é particolarmente interessante perché sono due i gruppi che stanno seguendo l’evolversi dei fatti e hanno già concretamente manifestato il proprio interesse per rilevare il club granata. È chiaro che molto cambierebbe per tutti, proprietari ed eventuali acquirenti, dovendo ragionare su un Trapani in serie B o in C. Ed è per questo motivo che diventa ancora più importante capire se e quando la serie B riprenderà a giocare. Per ora, le ipotesi sono tutte valide. A parole, tutti i club dicono di voler tornare in campo, ma la sensazione è che siano dichiarazioni di facciata. In sostanza, tutte le perplessità sulla ripresa manifestate dal dottor Mazzarella, che lo hanno spinto alle dimissioni, sono condivise trasversalmente. E nessuno, o quasi, crede che ci siano le condizioni di sicurezza per la salute generale, per poter riprendere a giocare. Del resto, se si sospetta che il pallone stesso possa essere una fonte di contagio, come è possibile pensare di giocare serenamente? O come si pensa di poter tranquillamente affrontare trasferte con gruppi di 40 persone in zone come la Lombardia, dove il rischio di contagio è ben più elevato che dalle nostre parti? Ma i dubbi non finiscono qui. Perché anche se si dovesse dichiarare ufficialmente lo stop, bisognerebbe vedere cosa farsene della classifica fotografata a dieci giornate dalla fine. È fin troppo evidente che per il Trapani il problema principale sarebbe sapere se si metterebbe in moto il meccanismo delle retrocessioni o se si preferirebbe allargare i campionati di serie A e B ad un maggior numero di squadre partecipanti. Quesiti tutti sul tavolo, che dovrebbero essere affrontati nel consiglio federale di dopomani, mercoledì 20 maggio. Un altro passaggio importante per capire il prossimo futuro del Trapani. Per i tifosi granata, insomma, i prossimi saranno giorni da vivere e seguire con grande attenzione.