La fuga del detenuto albanese Luca Leke dalla casa circondariale Pietro Cerulli di Trapani potrebbe costare il rinvio a giudizio per il direttore del carcere dell’epoca Renato Persico, e per il comandante dell’istituto penitenziario, Giuseppe Romano. Entrambi sono accusati di procurata evasione ed hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini, atto che solitamente prelude il rinvio a giudizio. Persico ha lasciato la direzione del carcere trapanese per altro incarico dopo esserne stato direttore per dieci anni. Romano è attualmente il comandante della struttura. Leke il 24 giugno dello scorso anno riuscì a scavalcare il muro di cinta e ad allontanarsi riuscendo a far perdere le proprie tracce per 48 ore. Fu arrestato lungo la linea ferrata nei pressi di fulgatore dai carabinieri. Nel curriculum del 34enne albanese detenuto per reati di droga c’è una precedente fuga dal carcere di Civitavecchia. Dal carcere di Trapani fuggì durante l’ora d’aria pomeridiana. Come abbia fatto è agli atti dell’inchiesta, così come le presunte responsabilità del direttore e del comandante, tutte da dimostrare. In quel periodo, non distante dalla zona destinata all’aria per i detenuti sembra che ci fossero un ponteggio e lavori in corso, proprio per rafforzare le misure di sicurezza passive attorno alle mura di cinta. Potrebbe essere stata questa la via di fuga del detenuto albanese.