di Fabio Pace

Due giugno, il calendario segna rosso, dunque festivo. A rigore di logica non si dovrebbe lavorare, ma ormai da qualche anno la liberalizzazione consente l’apertura facoltativa. Ma sulla giornata di domani pesano le indicazioni delle ordinanze regionali che, in osservanza alle misure di prevenzione anticontagio nazionali, dovrebbero imporre la chiusura a negozi, supermercati e centri commerciali. Giunge però, da Catania, notizia che i grandi centri commerciali saranno aperti, stesso orientamento anche a Palermo, con alcune eccezioni e con la protesta dei sindacati dei lavoratori della Grande Distribuzione Organizzata e del Commercio (commessi, addetti alle vendite..). Per tutte queste ragioni il presidente di ANCI Sicilia, l’associazioni dei comuni, ha chiesto «indicazioni certe e per tutte le città siciliane che superino le perplessità che scaturiscono dalla necessità di dover interpretare circolari regionali che spesso sono contraddittorie rispetto alle stesse Ordinanze del Presidente della Regione Siciliana e che in alcuni casi costringono gli amministratori a dover ricorrere al rispetto del principio della gerarchia tra le fonti». «Gli amministratori dei comuni siciliani si ritrovano, infatti, quotidianamente, a dover interpretare atti che, in alcuni casi, appaiono poco chiari e di difficile attuazione – continua Orlando – cosa che ad esempio si è ultimamente verificata in merito all’apertura domenicale e festiva delle attività commerciali e sulla quale è necessario un chiarimento con un’ordinanza presidenziale». Orlando ha chiesto «un confronto con il presidente della Regione, Nello Musumeci e con il Dirigente Generale del Dipartimento regionale della Protezione Civile, Calogero Foti, finalizzato a definire, nel più breve tempo possibile, l’ambito delle competenze che vanno attribuite ai Comuni».