Evaso Francesco “ciccio u pummaroro” Cammareri

Ricercato da polizia e carabinieri è ritenuto il capo della banda che rapinò, nel gennaio 2019, i coniugi Salone tenendoli sequestrati per alcune ore.

0
19012

di Fabio Pace

Sarebbe evaso dagli arresti domiciliari ieri pomeriggio. Francesco Paolo Cammareri, detto Ciccio u Pummaroro, non è più nella sua abitazione di San Giuliano: è ufficialmente un latitante. Cammareri, il 28 aprile scorso, era stato posto agli arresti domiciliari dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo per ragioni di salute, risultando ipovedente agli esiti di una commissione medica e le sue condizioni non compatibili con la custodia cautelare in carcere. Il 42enne Cammareri era stato arrestato il 18 agosto del 2019 dalla squadra mobile di Trapani perché ritenuto uno degli autori della rapina nella villa dei coniugi Salone, in viale Europa, ad Erice, nel gennaio 2019. “U Pummaroro” sarebbe stato identificato tramite l’esame del DNA, rinvenuto in alcune tracce biologiche su una sigaretta che uno dei rapinatori avrebbe tenuto in bocca, senza accenderla, all’interno della abitazione delle vittime. I Salone, nell’immediata concessione degli arresti domiciliari, turbati profondamente dalla decisione dei magistrati, tramite i loro avvocati, chiesero al Consiglio Superiore della Magistratura di intervenire sulla vicenda. Successivamente, in una più articolata lettera, del maggio scorso, i Salone scrissero al CSM, al capo del DAP e al Tribunale di Sorveglianza ricordando che Cammareri non ha mai fatto i nomi dei complici, che avrebbe da scontare una pena fino al 2031 per reati commessi prima della rapina del gennaio 2019 e che nel periodo della rapina avrebbe dovuto essere agli arresti domiciliari. «E proprio violando gli arresti domiciliari e ricorrendo a non sappiano quali doti extrasensoriali» scrissero con malcelata, amara, ironia i coniugi Salone «venne a trovarsi in piedi nella nostra abitazione in combutta o a capo dei cinque malfattori». Renato Salone e Francesca Paola Maltese nella lettera a CSM, DAP e Tribunale di Sorveglianza censurarono «con energia il provvedimento con cui qualche illuminato organo giurisdizionale ha ridato gli arresti domiciliari a questo malvivente ricollocandolo nel suo ambiente e dandogli nuovamente la possibilità di delinquere». La rapina nella loro villa destò molto scalpore in città e non solo. Secondo la ricostruzione degli investigatori della squadra mobile Cammareri, con l’aiuto di altri complici, si introdusse nella villa dei Salone, entrambi medici e genitori dell’ex consigliere comunale Francesco. I rapinatori bloccarono la donna, Paola Maltese, ginecologa all’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, legandole polsi e caviglie con fascette e narcotizzandola. Poi minacciarono con una pistola il marito, Renato Salone, primario chirurgo in pensione, per costringerlo ad aprire la cassaforte. I due coniugi rimasero per circa 4 ore in balìa dei banditi che con l’aiuto di una smerigliatrice riuscirono ad abbattere la parete del caveau sotterraneo portando via la cassaforte con all’interno una pistola, denaro in contanti e oggetti preziosi, per un valore di circa un milione di euro. Cammareri, come detto è un volto noto alle forze dell’ordine. Nel 2011 era stato arrestato e poco dopo rimesso in libertà con l’accusa di estorsione. Sarebbe stato lui a capo di una banda specializzata in estorsioni e traffico di droga, eroina in particolare.