L’ultimo bollettino diffuso dall’Ufficio Stampa dell’ASP di Trapani indica in 135 i casi positivi registrati nella provincia di Trapani, 39 più di ieri. Dato aggiornato alle 10 di stamani. Un dato che è frutto, in massima parte, della individuazione di un cluster epidemico nel ristorante La Giummara e nel suo titolare che potremmo definire, in maniera empirica, il paziente zero del riavvio del contagio. Da giorni scriviamo che la diffusione del virus sul territorio della provincia di Trapani è più ampia e articolata che nei giorni del lockdown e i numeri sembrano darci ragione. Questa la distribuzione dei casi positivi nel territorio provinciale: 14 ad Alcamo (+10); 12 a Buseto Palizzolo (+7); 6 a Calatafimi-Segesta (+5); 2 a Castellammare del Golfo (+1); 6 a Castelvetrano (+1); 6 a Erice (=); 12 a Marsala (=); 8 a Mazara del Vallo (+1); 4 a Partanna (=); 24 a Salemi (+2); 4 a Santa Ninfa (+2); 1 a San Vito Lo Capo (=); 28 a Trapani (+8); 6 a Valderice (+1); 1 a Vita (=). I casi positivi rispetto a ieri sono cresciuti soprattutto ad Alcamo (+10), Trapani (+8), Buseto Palizzolo (+7) e Calatafimi Segesta (+5). Il capoluogo con 28 positivi balza intesta alla classifica. Preoccupano per l’incidenza in percentuale sulla popolazione i casi di Buseto e Calatafimi Segesta. Tra i 135 positivi 7 sono gli ospedalizzati. Tutti gli altri, 128 persone, sono in isolamento domiciliare obbligatorio e sono asintomatici. Totale tamponi effettuati: 24.289 23.831 (+458). Test sierologici su personale sanitario 9.899 (+78). Test per ricerca antigene 1.628 (+15).

Peggio che durante il lockdown

Sulla base della memoria storica dell’andamento epidemiologico dal 21 febbraio a oggi si evince con chiarezza che i numeri consegnano una situazione peggiore di quando c’era il lockdown. Per essere chiari: l’8 aprile scorso Salemi era zona rossa, con divieto di accesso e di uscita dal territorio comunale, e i positivi erano 23 (uno in meno di oggi). Nel complesso i positivi in quella data, sempre da bollettino ufficiale dell’ASP erano 101 (34 in meno). Dunque siamo oltre quella situazione registrata l’8 aprile scorso e non siamo in lockdown. È di tutta evidenza che è richiesto a ciascuno di noi un surplus di responsabilità nei comportamenti quotidiani: lavare costantemente le mani, non accostarle agli occhi al naso e alla bocca, usare la mascherina, mantenere il distanziamento sociale. Aggiungiamo: scaricare l’app Immuni. Quanto sia efficace non è dato ancora sapere ma una decina di focolai nel resto del Paese sono stati individuati attraverso l’app e il relativo tracciamento epidemiologico elaborato dalle autorità sanitarie locale. Infine: i test sierologici per la ricerca degli anticorpi. Il test costa appena 10 euro e consente la ricerca qualitativa e quantitativa degli anticorpi al virus Sars-Cov-2. È già una buona indicazione per capire se si è stati a contatto con il virus, se lo si è contratto e se è necessario (in caso di positività) richiedere il tampone all’ASP di riferimento.

L’appello dei sindaci

Il sindaco di Calatafimi Segesta, Nino Accardo, indica in nove le persone sono risultate positive alla malattia Covid19 nel suo comune di Calatafimi-Segesta. Tutte persone che sarebbero riconducibili al focolaio principale di Salemi. Accardo, attraverso la pagina facebook ha lanciato un appello alla cittadinanza: “Chiediamo, una volta di più, ai nostri concittadini – si legge nella una nota diffusa – la comprensione necessaria, quanto la massima collaborazione affinché le misure di contenimento possano raggiungere “tutti” i soggetti venuti in “contatto stretto” con chi in atto positivo. Trattasi di un atto d’amore e di rispetto verso il prossimo, oltre che un’osservanza di legge. E’ doveroso, quindi, invitare una volta di più chi abbia avuto contatti stretti con soggetti positivi, comunicare ciò al Dipartimento di Prevenzione dell’ASP e/o al proprio medico curante». Il sindaco Accardo ha invitato i suoi concittadini al rispetto del distanziamento sociale, l’uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani.