Fabio Bonura, medico superiore della Polizia di Stato in servizio presso la questura di Trapani, è stato chiamato da fare parte della task-force sanitaria interministeriale costituita da personale del Ministero dell’Interno e del ministero della Sanità su immigrazione e covid19. Per Bonura, da anni in servizio a Trapani e quindi avvezzo ai problemi sanitari dei centri di trattenimento, dei centri di accoglienza, delle patologie sviluppate dal personale di polizia in sorveglianza, è un riconoscimento della esperienza professionale e della capacità di risposta che il servizio sanitario della questura di Trapani ha messo in campo in oltre venti anni, se non di più, di attività in condizioni quasi sempre emergenziali. Della Task force fanno parte un altro dirigenti medico della polizia, e ancora, dirigenti medici dei vigili del fuoco, dell’Ufficio di Sanità Marittima, Aerea e di frontiera e di diverse altre articolazioni del ministero della sanità. Il decreto di nomina, firmato dai ministri La Morgese e Speranza parta dall’assunto che la task force è necessaria constatato “l’aggravamento delle condizioni delle strutture di accoglienza per migranti conseguente agli sbarchi che hanno interessato, in particolare, le coste siciliane determinando l’affollamento delle strutture insistenti su quel territorio” e che tali condizioni “risultano ulteriormente aggravate per effetto della concomitante situazione di pandemia per COVID-19”. La task force è chiamata: a individuare le strutture critiche dal punto di vista igienico — sanitario, sotto il profilo della rispondenza alle misure di contenimento e contrasto al COVID 19; individuare le misure di profilassi medica necessarie a consentire la prosecuzione in sicurezza dell’accoglienza; riferire costantemente gli esiti della attività della task force ai ministeri dell’Interno e della Salute. E, visto che oltre che in tempo di covid, siamo anche in tempo di vacche magre, i due ministeri hanno messo nero su bianco che la partecipazione alle attività della Task force non dà diritto alla corresponsione di alcun emolumento o compenso comunque denominato. Insomma un po’ di superlavoro “aggratis”.

Il vicequestore Fabio Bonura