di Fabio Pace

Quanti hanno realizzato alloggi attraverso le cooperative edilizie, da oltre trent’anni, acquisiscono il diritto di piena proprietà con la possibilità di vendere e trasmettere agli eredi. Lo stabilisce la legge approvata dalla Assemblea Regionale Siciliana che ha recepito un disegno di legge presentato dal gruppo del Pd. Una norma alla quale diversi parlamentari regionali hanno lavorato per anni. Una prima bozza del disegno di legge fu presentata nel giugno del 2015; una seconda, in una stesura quasi identica, nel novembre 2019. La legge risolve alcuni problemi di natura urbanistica, giuridica e amministrativa che, di fatto, aveva congelato i soci di alcune cooperative edilizie, in una sorta di limbo. Certamente proprietari delle case costruite in cooperative ma con il diritto di proprietà compresso e non pieno. Compresso al punto da impedirne l’alienazione a qualsiasi titolo: vendita, donazione, trasmissione agli eredi. Il motivo di questa “compressione”, cioè di una limitazione al pieno godimento della proprietà, era dovuto al fatto che il legislatore siciliano non aveva mai provveduto a risolvere la questione della assegnazione delle aree su cui le cooperative hanno costruito tra gli anni ’80 e ’90. Molte di queste aree dal punto di vista giuridico ed urbanistico fanno capo a lottizzazioni private e perimetrazioni per insediamenti di programmi costruttivi di edilizia agevolata operate dai comuni. Alle cooperative edilizie i terreni venivano dati come aree assegnate in diritto di superficie e per giunta molte di esse si sono dovute accollare l’onere di assolvere a tutte le incombenze che la legge sulla edilizia cooperativa poneva in realtà in capo ai Comuni, tra queste l’acquisizione a titolo definitivo delle stesse aree. Di fatto s’era creata una grande disparità di trattamento e una sperequazione tra le cooperative che hanno avuto il diritto di superficie rispetto a quelle cooperative che hanno avuto cedute le aree in proprietà. L’odierna norma riequilibra questa disparità di trattamento e allinea la normativa siciliana a quella nazionale, in particolare alla legge 488/98. Il disegno di legge trasformato in legge dall’ARS recava le firme dei parlamentari Antonello Cracolici, Anthony Barbagallo, Nello Dipasquale, Baldo Gucciardi, Michele Catanzaro, Giuseppe Arancio.