di Federico Tarantino

L’estromissione del Trapani Calcio dalla serie C ha provocato un grave danno di immagine alla città. La formazione trapanese dopo dieci anni tra i professionisti non sarà presente per almeno un anno nella cartina geografica del pallone. Un danno che ricade anche sul territorio, con amministrazioni pubbliche chiamate a vigilare sulle strutture sportive di proprietà. Il Trapani Calcio, infatti, è affidatario dello stadio Provinciale e del centro sportivo Roberto Sorrentino. Il Provinciale è di proprietà del Libero Consorzio Comunale di Trapani e fino al 2033 è stato dato in gestione al Trapani Calcio. Un impianto il cui futuro è tutto da scoprire.

Il Dattilo, infatti, per disputare il campionato di serie D ha necessità del Provinciale: il Mancuso di Paceco non ha i requisiti per il massimo campionato dilettantistico. La formazione del presidente Mazzara aveva stipulato un accordo con il Trapani per l’utilizzo del Provinciale, ma resta anche da comprendere se la società granata avrà un futuro, nonostante l’estromissione.

Sul Trapani, infatti, incombono due istanze di fallimento: una presentata da dipendenti e fornitori, l’altro dai calciatori, che presto agiranno tramite la Figc. L’ex Provincia, inoltre, ha chiesto ad Alba Minerali, la società proprietaria al 100% del Trapani, di fornire adeguate motivazioni entro il 14 ottobre sull’utilizzo dell’impianto sportivo, pena la decadenza dell’accordo.

Anche il Sorrentino si trova in una situazione simile. L’impianto è di proprietà del Comune di Trapani che ha diffidato per due volte la società granata per lo stato di abbandono da marzo a settembre. Al centro sportivo nelle ultime settimane sono stati effettuati dei lavori da parte del Trapani, ma nel territorio diverse realtà sportive attendono eventuali provvedimenti da parte dell’ente comunale per utilizzare il Sorrentino. Il Trapani, dal canto suo, è in attesa di scoprire se potrà svolgere le attività del settore giovanile.