Non solo i disordini e le fughe estemporanee, ora anche l’assistenza sanitaria, necessaria e dovuta, si trasforma in una occasione per allontanarsi e superare le barriere di sicurezza che le forze dell’ordine hanno organizzato attorno ai migranti ospiti delle strutture in attesa di rimpatrio o di altre destinazioni. Due o forse tre migranti di nazionalità tunisina, che erano ospiti della nave Adriatico, in rada non lontano dalle coste di Trapani per osservare la quarantena, sono riusciti a fuggire con uno stratagemma. Hanno denunciato un atto di autolesionismo riferendo di aver ingerito una lametta da barba. Forze dell’ordine e personale di assistenza in questi casi hanno l’obbligo di procedere con gli accertamenti sanitari. I migranti sono stati trasferiti su una motovedetta della Capitaneria di Porto, sbarcati e in ambulanza, sotto scorta, condotti in ospedale per gli accertamenti diagnostici e la eventuale rimozione del corpo estraneo che potrebbe condurre a gravi emorragie e alla morte. Gli agenti scortano i migranti fino al triage dove vengono affidati al personale sanitario. È durante la permanenza al triage nelle stanze precovid in attesa del tampone rapido, che sono avvenute le fughe. Benché soggetti in quarantena a bordo della nave non si tratterebbe di soggetti accertati positivi al coronavirus. Gli episodi, come detto, sono stati ripetuti e pone il problema della sicurezza anche per il personale sanitario che può prendersi carico della cura delle persone, non certo della loro custodia.
In fuga dalla nave quarantena passando per l’ospedale
Due, forse tre migranti, sono riusciti a farsi sbarcate dalla nave Adriatico e a fuggire. Vediamo come nel servizio