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venerdì, Aprile 19, 2024
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Le elezioni USA e Telesud

Il commento del nostro presidente Massimo Marino.

Non inganni il titolo, non ci sentiamo affatto chissà chi. E’ una semplificazione giornalistica per fare “link” – come si usa dire adesso a proposito di inglesismi – fra le finestre dedicate alle elezioni negli Stati Uniti e la nostra emittente. Sappiamo bene qual è la nostra dimensione territoriale ed editoriale. Infatti, non li “abbiamo passati” in televisione ma soltanto sul web. Piattaforma che, fisiologicamente, consente di spaziare giornalisticamente oltre i nostri confini di tanto in tanto. Tutto qua; senza alcuna velleità. Ecco spiegato a qualche felino (leone nella circostanza sarebbe troppo…) da tastiera il perché di queste pubblicazioni. Invece, per rispondere a chi ci imputasse la “modestia” dei commentatori, rispondiamo che ci avrebbe fatto molto piacere chiedere cosa ne pensasse, o “il permesso” della ripubblicazione, a Bob Woodward o Karl Rove ma purtroppo non li conosciamo. Conosciamo, invece, coloro che abbiamo pubblicato, figure che non ci sembrano esattamente gli ultimi sprovveduti della politica, anche internazionale, e che hanno avuto spesso un rapporto col nostro territorio. Invece, personalmente, per quello che vale, le due cose che mi hanno colpito nelle elezioni americane sono state la partecipazione al voto e l’età anagrafica dei due candidati; a gennaio, mese in cui sarebbero entrati alla Casa Bianca come President elect, infatti, uno (Trump) sarebbe stato alle soglie dei 75 anni, l’altro (Biden) avrebbe compiuto da poco i 78. Non esattamente il nuovo che avanza per un Paese che viene considerato nel mondo “il faro della democrazia”. Solo per restare dalle nostre parti – ma lo stesso vale in quasi tutta la “vecchia” Europa…- i leader (o presunti tali) spesso non superano i 55 anni d’età. In alcuni casi, addirittura assai meno. Non un biglietto da visita entusiasmante, sintomatico di una difficoltà evidente nello scardinare l’establishment di entrambi i “Party”. Tutto ciò in netta controtendenza alla richiesta che viene dal popolo che con una partecipazione senza precedenti, la più alta della storia, ha voluto significare quanto sia cambiata l’attenzione verso chi li governa; infatti, gli si è stato sempre rinfacciato una certa leggerezza visto che la responsabilità dell’elezione “della persona più potente del mondo” è ricaduta, ad ogni tornata, su una delle affluenze più basse del pianeta. Sui due candidati sorvolo; sinceramente non mi facevano impazzire nessuno dei due. E la filosofia del “meno peggio” non mi entusiasma granchè visto il delicatissimo ruolo che andrà a ricoprire. Unica nota positiva, kamala Harris. Se non si brucerà, nonostante le forti resistenze che troverà nel suo stesso ambiente liberal, fra 4 anni sarà lei la candidata democratica e probabilmente la 47esima Presidente degli Stati Uniti d’America. Figura assai diversa dalla “calcolatrice” Hillary.

Massimo Marino

Presidente di Telesud

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