«Abbiamo circa 40 colleghi della Polizia Penitenziaria positivi in servizio nelle carceri siciliane, per questo che dobbiamo accelerare la sottoscrizione del protocollo sanitario condiviso tra Amministrazione Penitenziaria e Assessorato Regionale alla Salute per evitare che i penitenziari diventino polveriere a causa del contagio da covid-19». Parole di Gioacchino Veneziano, Segretario Generale UILPA – Polizia Penitenziaria, che commenta un dato, definito «non allarmante ma sicuramente preoccupante». Nel ricordare che nel recente passato l’Assessore Ruggero Razza, il Presidente Nello Musumeci e l’Assessore Toto Cordaro, hanno mostrato attenzione per la Polizia Penitenziaria disponendo la fornitura di tamponi rapidi per le carceri siciliane, Veneziano si dice certo che sarà sottoscritto «senza ulteriori ritardi il protocollo sanitario inviato dall’Amministrazione Penitenziaria Regionale per il tramite del Dirigente Generale Capo della Polizia Penitenziaria in Sicilia, Cinzia Calandrino, perché la mancanza di dirigenti medici nella Polizia Penitenziaria, sommato al vulnus creato dallo scioglimento della Sanità Penitenziaria con il passaggio delle competenze alla Aziende Sanitaria Provinciali, ha di fatto lasciato sguarnito il personale di Polizia Penitenziaria di qualsiasi tutela sanitaria diretta». Veneziano afferma che il sindacato condivide l’impostazione gestionale del Capo del Dipartimento, Dino Petralia, e che «solo con la condivisione di un problema si potranno trovare le soluzioni».Il sindacalista invoca «l’adozione per il tramite dell’Assessorato Regionale alla Salute, di interventi che circoscriveranno questo vuoto, individuando il personale sanitario specificatamente preposto all’adozione delle misure di prevenzione e contenimento del contagio da SARS COV 2, per tutti i Poliziotti Penitenziari, e più in generale a tutti i lavoratori che operano nelle varie carceri siciliane e strutture ad esse collegate». Il Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria della Sicilia. «per evitare la diffusione di focolai ingestibili all’interno della carceri, che potrebbero riversarsi sull’ordine e la sicurezza pubblica», ritiene «irrinunciabili l’approvvigionamento di tamponi rapidi con finalità di screening e tutte le attività di monitoraggio periodico per i lavoratori delle carceri».