di Fabio Pace

Aveva inscenato un furto in casa di alcuni parenti e lui stesso aveva chiamato i carabinieri. Le indagini però lo hanno incastrato ed è finito in carcere. Protagonista della vicenda M. A. castelvetranese di 30 anni che si trovava in regime di affidamento al servizio sociale dell’ufficio di sorveglianza, una misura alternativa alla privazione della libertà. Misura revocata dal magistrato anche a seguito delle indagini e del rapporto dei carabinieri.

M.A., insieme ad un complice, ha inscenato un furto a casa di un parente, in una villetta di Marinella di Selinunte. All’arrivo dei Carabinieri risultavano essere stati trafugati, tra gli altri oggetti, anche un fucile sovrapposto ed una pistola. Da un primo sopralluogo dei militari la versione raccontata dal giovane e dall’amico e complice è risultata da subito poco convincente. I carabinieri hanno avviato una rapida indagine e dalla visione delle immagini degli impianti di videosorveglianza della zona è emerso che i ladri erano proprio i due ragazzi che avevano denunciato il furto. Entrambi sono stati denunciati. M.A. , però, il giorno di capodanno, era già stato denunciato dai Carabinieri di Castelvetrano per uno scippo ad una signora e una tentata rapina ai danni di un’altra donna. Questi due ultimi reati, il furto di un fucile e una pistola, le indagini e il rapporto dei carabinieri, hanno indotto il giudice a sospendere la misura alternativa dell’affidamento ai servizi sociali e a disporre la carcerazione del giovane. L’ordine di carcerazione è stato eseguito dagli stessi carabinieri.