L’animalista Enrico Rizzi e il giornalista Giacomo Di Girolamo, direttore di TP24, riportarono «circostanze vere» e rappresentarono «correttamente il resoconto di una cronaca giudiziaria rispetto ad una notizia di sicura rilevanza per l’opinione pubblica». Con queste motivazioni il PM Rossana Penna ha chiesto al GIP del Tribunale di Trapani l’archiviazione per Rizzi e Di Girolamo, querelati da D.L. 29 anni, che nel 2018 a Buseto Palizzolo, uccise un cane randagio a coltellate e fu per questo denunciato dai Carabinieri. Qualche tempo dopo D.L. legò un altro cane ad una catena corta sotto casa sua, sotto il sole cocente, senza cibo ed acqua e neppure una cuccia. Rizzi intervenne, denunciò nuovamente D.L. ai carabinieri di Buseto, e chiese il sequestro e l’affidamento giudiziario del cane. Queste due vicende furono raccontate da Rizzi su Facebook e riprese dal giornalista Di Girolamo, e da altri organi di stampa quando D.L. ricevette il decreto di citazione a giudizio emesso dalla Procura a suo carico per i reati commessi nei confronti degli animali. Il giovane ritenendo di essere stato diffamato e leso nella sua onorabilità querelò Rizzi e Di Girolamo per diffamazione aggravata a mezzo stampa. Nonostante la stessa Procura abbia chiesto l’archiviazione
D. L. ha deciso di impugnare la richiesta: il prossimo 20 gennaio 2021 ci sarà l’udienza davanti al Gip, Caterina Brignone.

Secondo il PM Rossana PENNA, “il post di Rizzi (dal quale origina la querela) non appare orientato a denigrare la reputazione di D.L., bensì a propagandare l’attività dello stesso Rizzi come rappresentante animalista, parte offesa nel procedimento penale in cui risulta l’indagato D.L. Pertanto è lecita da parte del Rizzi la pubblicazione del decreto di citazione diretta a giudizio emessa nei confronti di D.L., cui peraltro risultano estrapolati l’incolpazione e la contestazione della recidiva”.