Le celebrazioni dell’anniversario del sisma costituiscono anche un’occasione per discutere della ricostruzione incompiuta e delle promesse mancate.
Al via le iniziative per commemorare il 53esimo anniversario del terremoto che distrusse la valla del Belice. Due messe, oggi pomeriggio a Partanna e domani mattina a Salaparuta in suffragio delle vittime del sisma; l’inaugurazione di alcuni murales tra i ruderi del vecchio centro abitato di Montevago ed ancora iniziative via streaming nei vari comuni delle province di Trapani ed Agrigento. La valle del Belice non dimentica e, anche quest’anno nel rispetto delle disposizioni anti covid, ha organizzato manifestazioni per commemorare il cinquantatreesimo anniversario del terremoto che nel 1968 sconvolse la Sicilia occidentale. Fare memoria, tenere vivo il ricordo di quel disastro e rendere omaggio alle vittime ma è importante anche tenere viva l’attenzione sulla ricostruzione incompiuta. “Servono soluzioni urgenti non più rinviabili- ha ribadito Nicola Catania, sindaco di Partanna e coordinatore dei 21 sindaci della valle, dopo l’amarezza per il mancato inserimento di misure a sostegno nella Legge di Bilancio 2021. Come dargli torto? Carte alla mano, un report dell’Ufficio studi della Camera mette nero su bianco l’ammontare degli interventi legislativi con le somme stanziate dallo Stato per i terremoti in Italia dal 1968 al 2012. La Valle del Belice, in circa 50 anni, ha ricevuto 9 miliardi e 179 milioni di euro, la metà delle somme stanziate per il terremoto del Friuli al quale sono andati circa 18 miliardi, ed un terzo rispetto all’Irpinia con 52 miliardi. Il Belice ha ricevuto meno fondi anche rispetto al sisma del 1997 che interessò Marche ed Umbria, o quello del 2009 in Abruzzo o ancora quello del 2012 in Emilia per i quali sono stati stanziati circa 13 miliardi ciascuno. Una ricostruzione lenta, a singhiozzo, per i territori della valle dove mancano ancora opere di urbanizzazione primaria e di edilizia privata. Catania, in una dichiarazione rilasciata all’agenzia Agi, parla di assenza dello Stato e del mancato riconoscimento di rivendicazioni legittime. «Ci appelliamo alle istituzioni nazionali perchè ci supportino per chiudere la questione Belice e al Presidente della Regione Nello Musumeci perché ci sostenga aprendo se necessario anche una vertenza con lo Stato con l’obiettivo di trovare una definitiva soluzione alla annosa e vergognosa vicenda del completamento, sempre promesso e mai mantenuto, della ricostruzione».
Tra le richieste del Comitato dei sindaci c’è anche la deroga al decreto Balduzzi da inserire nel “Milleproroghe” per scongiurare un declassamento dell’ospedale Vittorio Emanuele II di Castelvetrano.