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giovedì, Aprile 25, 2024
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Palermo: io resto al…Borgo Strafalè

Una sicilianità tutta declinata al femminile.



di Martina Bannino

A Palermo, in via del IV Aprile, a ridosso di Piazza Marina e a due passi dal polo culturale di Palazzo Steri e dalla Chiesa Gancia nasce “Borgo Strafalè” che vuole restituire il diritto alla cittadinanza e un rapporto umano con l’economia e con i fruitori: non più solo consumatori ma clienti, favorendo e promuovendo così anche forme e percorsi di aggregazione. È questa la maggiore particolarità di Borgò Strafalè, uno scorcio del popolare quartiere Kalsa rivitalizzato dalla spinta trasformatrice dell’energia femminile, che decostruisce e ricostruisce lo spazio, i racconti e le pratiche ad esso connesse, facendo coesistere in una nuova dimensione socio-culturale storia, folklore, tradizioni e innovazione. Le protagoniste di questa azione creativa sono Lavinia Sposito, Valentina Margiotta, Eleonora Reina e Giusi Passamonte, rispettivamente titolari delle attività “Di terra e di fuoco”, “Valiboutique Palermo” e “Collettivo 22”. Ad un certo punto della vita hanno deciso di cambiare mestiere chiamate a rapporto dall’amore per l’artigianato. Quattro destini che si intrecciano, dunque, quattro vite spinte dalla necessita di dare forma alle proprie idee tramite l’arte, sotto l’attenta regia del direttore artistico Marco Amato, vera e propria fucina di conoscenza della “vecchia” Palermo. Un’aggregazione spontanea, quindi, che nel tempo ha coinvolto anche la storica “Cioccolateria Lorenzo”, prima attività sorta sulla via, estendendosi anche al ristorante “Quid” di piazza Marina. Oggi passeggiando per la via tutto è cambiato in meglio, restituendo alla città una realtà che ha voglia di sognare, far sognare e realizzare i propri sogni, senza mai dimenticare il passato. Un esempio al femminile di coraggioso amore per il bello e per gli antichi mestieri, nonché di resilienza, oggi più che mai, viste le restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. Esportabile quindi. Dalle nostre parti, ad esempio, qualcosa del genere potrebbe generarsi nella via Giudecca. Un’ arteria stradale piena di storia, oggi semi-abbandonata che resiste grazie a pochi storici commercianti spesso abbandonati al proprio destino ed alla micro-criminalità che le cronache ci raccontano essere spesso presente in zona. Il Comune di Trapani, tuttavia, ha finanziato il suo basolato che dovrebbe farla diventare, dopo, pedonale. Chissà che questo non possa far replicare un modello sociale e produttivo d’ispirazione per altri artigiani, liberi professionisti e operatori economici della nostra terra in salsa “Borgo Strafalè”.

ASCOLTA LE INTERVISTE A VALENTINA MARGIOTTA ED ALL’ASSESSORE PAOLO PETRALIA.

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