Il Comitato “Vogliamo Trapani ed Erice un solo Comune” si avvia a consolidare la sua configurazione operativa per porsi, ogni giorno con maggiore incisività, come interlocutore istituzionale e politico. È di oggi un comunicato nel quale il comitato ribadisce la sua posizione ponendo in evidenza la centralità del progetto di fusione tra i due comuni, rispetto alle ipotesi della rettifica dei confini fra Trapani ed Erice. Centralità ribadita in confronto dialettico con un documento del PSI Trapani-Erice e con la mozione di Diventerà Bellissima al Consiglio Comunale di Erice. Entrambe le forze politiche pongono l’accento sulla rettifica dei confini.
«Ogni proposta appare legittima – scrive il Comitato -, soprattutto se la si osserva come il tentativo di superamento di uno status quo che, nei fatti e nella quotidianità di trapanesi ed ericini, è ormai una impasse non più accettabile». Tuttavia il Comitato «ritiene prioritario e centrale l’obiettivo della fusione tra i comuni di Trapani ed Erice nella loro interezza territoriale». Posizione netta e distinta, e si potrebbe anche dire distante, da quella del PSI e di Diventerà Bellissima. Semmai, scrive ancora il Comitato «solo in una seconda fase potrà essere avviato un eventuale dibattito su regolazione di confini tra comuni, quali essi siano». Insomma, prima fusione, poi forse, se ce ne sarà ancora bisogno, rettifica.
Il comitato afferma che «il progetto di fusione è più veloce: sia qualora vi fosse una netta e responsabile presa di posizione dei rispettivi consigli comunali di Trapani ed Erice; sia si dovesse giungere ad una consultazione referendaria come previsto dalla normativa». Più veloce ed anche più efficace poiché, lascia intendere il Comitato, la rettifica «lascia aperte questioni di attribuzioni, competenze, condivisione di servizi, eventuali risarcimenti territoriali e demografici (tutti aspetti previsti delle norme regolatorie sulle rettifiche di confini)».
Infine una nota curiosa. Il comunicato del Comitato è datato “Trapani-Erice”, un ulteriore segnale che la fusione viene ritenuta la migliore strada possibile tra quelle percorribili.