Pamela Giacomarro
“Ci uniamo alla preghiera della Chiesa universale e raccomandiamo l’anima del Santo Padre all’amore misericordioso di Dio. Grati per il suo amore al Vangelo e per il suo servizio alla Chiesa, ricorderemo sempre il suo viaggio a Lampedusa, in terra agrigentina, per sensibilizzare il mondo sui temi dell’accoglienza e dell’attenzione ai poveri e ai migranti”. Queste le parole dell’arcivescovo di Agrigento monsignor Alessandro Damiano che ha ricordato nel suo messaggio di cordoglio il primo viaggio di Bergoglio da pontefice.
È a Lampedusa che tutto ebbe inizio. Era l’8 luglio del 2013 quando Papa Francesco, appena eletto Pontefice, scelse quell’isola, nel cuore del Mediterraneo, al confine tra Europa e disperazione come prima meta del suo ministero. Non una scelta protocollare, ma un grido del cuore. Un gesto che già conteneva tutto il senso del suo pontificato: ascoltare le grida dimenticate, restituire dignità agli invisibili.
Nel campo sportivo Arena, davanti ai volti segnati dalla speranza e dalla fatica, le sue parole furono come una carezza dell’anima: “Immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte”. E ancora, citando la Genesi: “Dov’è il sangue di tuo fratello, che grida fino a me?”.
Quelle frasi sono diventate il filo conduttore della sua missione, il suo continuo richiamo alla coscienza collettiva. Papa Francesco non ha mai smesso di tendere la mano ai migranti, ai poveri, agli ultimi della terra. E la Sicilia, terra di frontiera e di accoglienza, è stata più volte al centro del suo abbraccio pastorale.
Al termine del suo messaggio, monsignor Damiano ha invitato l’intera comunità alla veglia di preghiera in ricordo di Papa Francesco che si terrà domani, alle ore 21,00 nella cattedrale di Agrigento.