Un pacchetto urgente e strategico, come lo ha definito il Mit, pensato per imprimere un’accelerazione a una serie di mega appalti: tra questi spicca il ponte sullo Stretto di Messina. Sono 16 gli articoli inseriti nel provvedimento sottoscritto dal Consiglio dei Ministri.
L’obiettivo sarebbe quello di blindare il tema legalità, snellire le procedure, rafforzare la vigilanza antimafia. Soprattutto in seguito alle ultime notizie riguardanti la possibile commistione tra ‘ndrangheta e i cantieri per la realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria.
A proposito dell’iter di approvazione del progetto ponte, secondo il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, “siamo in dirittura d’arrivo”. Il Mit vorrebbe trasmettere la documentazione al Cipess entro fine giugno, completare la valutazione di impatto ambientale e aprire entro fine anno i cantieri.
A scandire il ritmo, oltre a Salvini, anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha annunciato il trasferimento della gestione alla struttura di prevenzione antimafia del Viminale. Le prefetture diventeranno dunque centrali nei controlli.
Nessun silenzio-assenso, ha precisato Piantedosi, e obbligo d’iscrizione all’anagrafe antimafia per tutte le imprese coinvolte. Misura che potrebbe comunque rivelarsi insufficiente. A margine dell’approvazione, l’ad della Stretto di Messina Pietro Ciucci ha aggiunto che Anas potrebbe essere la stazione appaltante per il ponte.
Restano pendenti il completamento della VIA e della valutazione d’incidenza, con comunicazioni trasmesse negli scorsi giorni a Bruxelles. Solo dopo l’ok del Cipess potrà davvero partire la fase operativa. Ma, nel frattempo, il fronte del no non arretra.
Il Comune di Villa San Giovanni e la Città Metropolitana hanno notificato un nuovo ricorso al TAR del Lazio per motivi aggiunti. Contestata la delibera della Presidenza del Consiglio e il parere della Commissione Via-Vas.
Nel mirino c’è anche l’assenza di un reale confronto sulle alternative progettuali, per le quali il governo ha giocato il jolly del rapporto Iropi per bypassare il problema. Secondo la sponda reggina dello Stretto, si configurano chiare violazioni di legge e sviamento di potere. Il fronte messinese dei Comitati no ponte preannuncia battaglia a oltranza contro un’opera inutile e devastante a livello ambientale.