In alcuni punti le banquettes di posidonia impediscono l’accesso al mare. E questo avviene tanto nelle aree di libero accesso, quanto nelle aree che il demanio ha concesso ai lidi balneari. L’elemento comune è che le banquettes possono essere rimosse solo dall’amministrazione comunale dietro autorizzazione del demanio. I privati, invece, non possono intervenire. Se lo facessero andrebbero incontro a sanzioni amministrative e a denunce penali. La posidonia, infatti, è parte essenziale sia dell’ecosistema marina, sia del sistema di autoprotezione delle coste dall’erosione del mare.

Di per sé le banquettes di posidonia, che è una pianta acquatica, e non un’alga, sono segnale di un mare in buona salute. Se rimosse le banquettes di posidonia devono essere abbancate in luoghi destinati e poi ricollocate alla fine della stagione estiva. La presenza delle banquettes sulle spiagge di fatto impedisce la balneazione o comunque crea molti disagi, nell’accesso in acqua e per effetto del normale processo di putrefazione che produce odori non gradevoli. In alcuni casi l’abbancamento naturale di posidonia crea anche un danno economico, come nel caso dei lidi che vedono scappare i loro clienti.

L’8 luglio scorso il sindaco di Trapani ha operato un sopralluogo, insieme a funzionari del demanio, da Punta Tipa a Piazza Vittorio Emanuele. Il Comune di Trapani ha avviato una interlocuzione con il Demanio per poter abbancare ulteriormente la Posidonia in aree appositamente individuate, e per essere autorizzato a potenziare i servizi di pulizia ordinaria e straordinaria. Ad oggi però nessun segnale giunge dai due enti e la stagione estiva è ormai inoltrata.

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