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Visita al carcere Ucciardone di Palermo del Garante regionale per i diritti dei detenuti, Santi Consolo

Il giorno 16 luglio 2024, alle ore 16,00, il Garante Regionale Santi Consolo, accompagnato da un funzionario del suo Ufficio il dott. Alfredo Grasso, ha effettuato una visita presso la casa circondariale Ucciardone di Palermo, principalmente motivata dallo sciopero della fame che era stato intrapreso da quattro persone ristrette alla nona sezione dell’Istituto. Tale notizia si è avuta grazie alla fattiva collaborazione del Garante Comunale Onorevole Pino Apprendi.

Della vicenda è anche compiutamente informato il Tribunale di Sorveglianza di Palermo, avendo avuto lo scrivente Garante una diffusa conversazione telefonica con uno dei Magistrati dell’Ufficio.

Al suo arrivo, il Garante è stato accolto con massima disponibilità dal Comandante e altri componenti del corpo di Polizia Penitenziaria.

Il Comandante ha riferito di un’azione di protesta in quel momento in corso all’interno della nona sezione, ove sono allocati soggetti sottoposti al regime di sorveglianza particolare ex art. 14 bis ord. penit. e destinatari di provvedimenti disciplinari.

Il Garante chiedeva, quindi, di essere accompagnato all’interno della nona sezione per verificare lo stato della protesta e incontrare i detenuti in sciopero della fame.

Lungo il percorso per giungere alla nona sezione, si percepiva cattivo odore, in corrispondenza delle aree limitrofe alle cucine, determinato dall’evidente stato di degrado del sistema di scarico della struttura, che provocava il riversamento di parte dei liquami reflui al livello del piano di calpestio delle aree circostanti la cucina. Tale situazione, in considerazione che l’esecuzione delle opere non è particolarmente risalente nel tempo, crea certamente notevoli disagi non soltanto alle persone ristrette, ma anche a tutto il personale che transita nei pressi.

Giunto all’interno della nona sezione, il Garante constatava una protesta in atto, con urla abbastanza diffuse e dai toni accesi. Lo stesso invitava tutti alla calma, rappresentando che si sarebbe intrattenuto per colloquiare in maniera pacata e distesa; così cessava la protesta.

Nel corso della visita, un detenuto accusava un malore e, previo intervento dei sanitari, veniva soccorso e trasportato su un’autoambulanza.

Successivamente, informalmente si apprendeva che il malore era stato transitorio e che non vi erano rischi derivanti da problemi cardiaci.

Si è rilevato che in nessuna delle stanze destinate al pernottamento erano stati apposti alla parete esterna prossima all’ingresso i nominativi delle persone allocate all’interno. Tale rilievo è stato poi rappresentato al Comandante dell’Istituto, di nuova nomina e giunto da pochi giorni, che ha rassicurato circa iniziative già intraprese per ovviare a tale inadempienza.

In quasi tutte le stanze per il pernottamento, sono allocati due detenuti con due brande a castello, ma tutte le stanze appaiono di superficie inferiore ai 9 mq. Gli ambienti sono fatiscenti e i bagni privi di docce.

Molti dei ristretti con i quali si è colloquiato manifestavano particolari disagi mentali, che in alcuni casi apparivano particolarmente gravi.

Le principali richieste erano relative alla cessazione del regime di sorveglianza speciale nel quale si trovavano e/o al trasferimento in Istituto più vicino al proprio nucleo familiare (molti provenivano dalla provincia di Catania).

In proposito, non si può sottacere che in alcuni casi in situazione di grave disagio psichico, in assenza di adeguate cure, si può incorrere con notevole frequenza in infrazioni disciplinari o, peggio ancora, in commissione di reati che aggravano la durata della pena detentiva e che portano a determinare gravi rischi e disagi per gli appartenenti al corpo di Polizia Penitenziaria preposti alla loro custodia.

Rispetto ai quattro detenuti che avevano intrapreso lo sciopero della fame, uno in particolare lo aveva sospeso, ma ha riferito che lo avrebbe ripreso a breve se non avesse avuto notizia dell’esito dell’istanza dell’affidamento in prova al servizio sociale già decisa, a suo dire, il 2 luglio. Riferiva anche che in precedenza aveva beneficiato di liberazione anticipata e che, se gli fossero stati concessi gli ulteriori due semestri, il suo fine pena sarebbe maturato nel mese di ottobre c.a. Tale detenuto merita particolare attenzione proprio per l’insistito proposito di voler fare qualche gesto grave e inconsulto.

Di particolare gravità anche la condizione di un detenuto straniero che si era cucito le labbra con dei pezzi di fil di ferro e aveva intrapreso lo sciopero della fame e della sete.

Un quinto detenuto, oltre i quattro attenzionati, riferiva poi che avendo intrapreso lo sciopero della fame, lo avrebbe continuato fino a quando non sarebbe stato ritrasferito alla settima sezione.

Si coglievano ancora diffuse lamentele per lo stato in cui si trovava la sezione e, in particolare, la mancanza di distribuzione di prodotti igienici, la chiusura dei blindi a sera, che impediva il ricambio d’aria nelle notti afose, l’impossibilità per alcuni di acquistare ventilatori stante l’assoluta mancanza di disponibilità economiche, nonché la riduzione delle ore d’aria, che dovrebbero essere complessivamente 4 nell’arco della giornata, ma che, per carenze di organico del personale di polizia, si riducono con ritardi nel trasferimento ai passeggi e anticipazioni nei rientri.

Lo scrivente Garante ricordava che la terza sezione aveva delle stanze più ampie della nona e chiedeva di visitarla.

La terza sezione si sviluppa in tre piani per complessive 36 stanze circa. Alla visita, tale sezione è vuota, ma presenta stanze di superficie superiore ai 9 mq, con contiguo bagno più ampio e dotato di doccia.

Chiesti chiarimenti, si è appreso che sarebbero in corso piccoli lavori di adeguamento, quali il cablaggio e la videosorveglianza, da realizzare tramite ditta esterna e con l’utilizzo di manodopera detenuti. Sarebbe auspicabile un rapido intervento con il rispetto di un cronoprogramma, onde potere ovviare in tempi ragionevoli ai disagi innanzi rappresentati, per migliori condizioni di vivibilità sia per i ristretti che per il personale dell’Amministrazione Penitenziaria, che certamente soffre di condizioni di lavoro in ambienti tanto degradati sotto ogni profilo.

Infine, si è appreso anche che in molte aree destinate ai passeggi non sono state apportate modifiche a bassissimo costo, che sarebbero di grande sollievo per i detenuti durante la calura estiva. Già direttive risalenti nel tempo prevedevano infatti la modifica dei rubinetti allocati in basso nei passeggi in bracci docce posti in alto o diffusori di acqua, che potessero alleviare i disagi della calura estiva.

Tanto si rappresenta e si trasmette anche a tutte le Autorità competenti, nello spirito di fattiva collaborazione e con l’auspicio che si adottino tutti gl’interventi urgenti, utili e necessari per ovviare ai disagi rappresentati.

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