Ad Erice, nei costoni rocciosi, sotto il Castello di Venere e nelle rupi che si affacciano sui Runzi, è stata eseguita una semina in parete fatta con il supporto dei speleologi che si sono calati con delle funi.
L’idea è di non sprecare il Capitale Naturale della montagna di Erice, ma di trovare una nuova “casa” per le tante piante endemiche del posto, aumentando così la copertura vegetale nelle zone “spoglie”, ovvero sotto il Castello di Venere, nella parte che guarda verso Trapani, e nelle rupi dei Runzi, sopra l’antico sentiero, da poco ripristinato, di Rocca Chiana.
Luoghi dalla infinita bellezza e con un patrimonio ambientale e paesaggistico unico. E molte delle specie botaniche di interesse provengono, oltre che dalla zona della Torretta Pepoli, anche dalle Mura Elimo Puniche, dove sono in corso i lavori di recupero e pulizia della ultramillenaria cinta muraria.
Ma piuttosto che togliere queste piante, gettandole, si è deciso di portarne i semi altrove, mettendoli a dimora, con tecniche innovative di ingegneria naturalistica appropriate, in punti strategici, ovvero nel costone roccioso e nella rupe del Castello di Venere oltre che nelle pareti che sovrastano il versante del “Bosco Sacro”.
L’intervento rientra nell’ambito del progetto, presentato dal Comune di Erice e ideato dall’ingegnere Gianluigi Pirrera, che punta alla valorizzazione delle aree Natura 2000. E tra le attività previste ed eseguite, c’è stata anche la messa a dimora di semi in parete di piante rupicole endemiche eseguita dallo Speleo Team Trapani.
Nello specifico, il geologo Roberto Grammatico e lo speleologo Rosario Bonventre sono andanti in parete per mettere i semi sotto il coordinamento di Giacomo Coppola, di Leonardo Scuderi , Francesco Matraxia, della ditta “Ambiente e Territorio” subappaltatrice della Cogeca, e di Gianluigi Pirrera, direttore dei lavori, che ha evidenziato come questo intervento sia stato predisposto attraverso particolari tecniche, dovendo intervenire non sul terreno ma su delle micronicchie nella roccia.
La tecnica è un’evoluzione delle Seed Balls di Fukuoka già sperimentate dal progettista al monastero buddista di Pomaia, ha ricordato Pirrera, nel sottolineare questa semina in parete permetterà di fare crescere tanti hotspot in parete in punti che hanno un notevole valore floristico. E che andranno ad accogliere la biodiversità di questo versante della montagna di Erice.
Mario Torrente