Contro l’amore inquinato

“Pronto vorrei una pizza”, è la straziante telefonata ricevuta dagli agenti della questura di Milano nel 2020 da una donna abusata e maltrattata dal compagno e che da anni gira sul web

Da questa telefonata, ne seguono altre: nel 2022 a Novoli, in provincia di lecce; nel 2021 a corvetto (quartiere di Milano).

E poi , ancora, a rimini fino arrivare negli States…

Margherita è il nome simbolico di ognuna di queste donne, oltre al nome di una pizza che così non è più un semplice cibo, ma uno strumento per salvarsi la vita.

Call4margherita fu il nome della campagna di prevenzione lanciata da actioneaid.

ActionAid ha misurato la presenza del tema della violenza sulle donne nell’agenda politica. Secondo la ricerca “Oltre le parole”, realizzata in collaborazione con Osservatorio di Pavia e B2Research, il 94% degli italiani e delle italiane, di destra e di sinistra, pensa che l’argomento sia rilevante. Ma 8 italiani su 10 ritengono che le attuali politiche e leggi non siano sufficienti per contrastare il fenomeno. Non stupisce. I dati rilevati indicano che persino il semplice interessamento della classe politica è scarso: nell’ultimo anno meno dell’1,5% dei post totali dei politici si è occupato di violenza maschile sulle donne.  E 2 volte su 3 a scriverli sono state donne.

E se le le denunce agli sportelli antiviolenza sono aumentate è proprio grazie a queste attività di sensibilizzazione. Il numero 1522, istituito dal Dipartimento per le Pari Opportunità nel 2006, è un servizio di riferimento fondamentale. Gratuito, attivo 24/7 e anonimo, permette alle donne di ricevere supporto psicologico, consulenze legali e assistenza per l’accesso a case rifugio. Nel 2023, questo servizio ha gestito oltre 30.000 chiamate, un dato in crescita anche nel 2024. Inoltre, alcune regioni hanno potenziato le reti locali, coinvolgendo associazioni e centri antiviolenza per offrire percorsi di protezione personalizzati. La violenza sulle donne è un fenomeno complesso, con radici culturali, psicologiche e sociali che richiedono una profonda comprensione e un approccio multidimensionale.

Basti pensare che in Italia le donne sono più istruite degli uomini (il 24,9% delle 25-64enni ha una laurea vs. il 18,3% degli uomini) e ottengono risultati migliori nell’istruzione, ma questo non si riflette in un vantaggio lavorativo. Il tasso di occupazione femminile è significativamente inferiore a quello maschile (59,0% contro 79,3%). Ma anche all’interno delle famiglie donne e uomini hanno ruoli diversi: le donne si occupano del carrello della spesa (43%), gli uomini gestiscono gli investimenti della famiglia (55%).  È quanto emerge da una ricerca commissionata da KRUK Italia: il 37% delle donne si sentono preoccupate e insicure.

E si sa che l’indipendenza economica e una buona educazione finanziaria è fondamentale per sentirsi libere. Anche di scegliere, nel caso, di uscire da una relazione tossica.

La Giornata del 25 novembre è un’occasione per riflettere su questi temi, ponendo un’attenzione particolare sulle relazioni sbagliate e sul fenomeno dell’“amore inquinato”.

L’amore criminale si manifesta in relazioni dove il controllo, la manipolazione e la violenza diventano dominanti. Dal punto di vista psicologico:

  • Il carnefice: Spesso presenta tratti narcisistici o antisociali, con un bisogno patologico di controllo e dominio. È incapace di accettare il rifiuto e vede la partner come un’estensione di sé, piuttosto che come un individuo autonomo.
  • La vittima: Spesso si trova intrappolata in una spirale di dipendenza affettiva. Può mostrare sintomi di sindrome da trauma, come difficoltà a riconoscere la pericolosità della situazione o il senso di colpa indotto dal partner violento.

Una dinamica comune è il ciclo della violenza, descritto dalla psicologa Lenore Walker, che si articola in tre fasi:

  1. Accumulo della tensione: piccoli episodi di controllo o violenza verbale che crescono progressivamente.
  2. Esplosione: l’episodio di violenza vera e propria.
  3. Luna di miele: il carnefice si mostra pentito e amorevole, promettendo di cambiare, portando la vittima a restare nella relazione.

Nel 2024, in Italia, si sono verificati 104 femminicidi fino a novembre, leggermente meno rispetto ai 118 del 2023. Nonostante una lieve diminuzione, la situazione rimane grave: quasi il 70% degli omicidi sono commessi da partner o ex partner.

Un altro dato rilevante è l’età media delle vittime, spesso compresa tra i 30 e i 50 anni. Fortunatamente la crescente consapevolezza sul tema ha portato più donne a denunciare, ma molte rimangono ancora intrappolate nel silenzio.

di Valeria Marrone