Una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza alle donne, che guarda il mare in segno di speranza nel futuro, è stata donata dal Rotary Club Trapani Birgi Mozia, presieduto da Salvina Di Vincenzo, alla cittadinanza trapanese.
La panchina è posizionata nello slargo sul lungomare Dante Alighieri (incrocio con via Nino Bixio), già sede di un monumento marmoreo, inaugurato il 18 febbraio 2006, dall’allora Presidente del Club, PHF Ignazio Aversa, in onore di tutte le vittime della mafia.
Presenti alla cerimonia Salvina Di Vincenzo, presidente del Rotary Club Trapani Birgi Mozia, Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, Aurora Ranno, presidente dell’Organizzazione di volontariato contro tutte le violenze Co.Tu. Le Vi., Francesca Tripoli coordinatrice delle classi di management sportivo dell’IIS S.Calvino-GB Amico con una rappresentanza studentesca.
INTERVENTI
Salvina Di Vincenzo, presidente del Rotary Club Trapani Birgi Mozia:
Oggi in occasione del 18° anniversario dell’accoglienza nel Rotary Club Trapani Birgi Mozia, l’associazione ha voluto porre qui, in questo spazio pubblico, questa panchina rossa e si aggiunge alle altre disseminate in città.
《lo non sono proprietà di nessuno. L’onore lo perde chi le fa certe cose non chi le subisce 》
Questa frase di Franca Viola, la prima donna italiana a rifiutare pubblicamente il matrimonio riparatore, parla di diritto di scelta, di libertà, e tutela alla vita. Proprio il colore rosso è un richiamo alla violenza di genere e queste panchine, comunissimo arredo urbano, vogliono veicolarne il messaggio. La panchina rossa oggi viene utilizzata per dire no alla violenza, in particolare alla violenza domestica e ci ricorda che i maltrattamenti nei confronti delle donne avvengono sistematicamente anche nelle nostre comunità, nei luoghi che ci sono familiari, nei piccoli e grandi centri.
È proprio il loro colore scarlatto a ricordarci il vuoto lasciato dalle vittime, e a chiamarci a reagire.È un grido che scuote ancora oggi le coscienze e tocca gli animi su queste tematiche purtroppo ancora di grandissima attualità.
Il Rotary Club Trapani Birgi Mozia vuole con questo dono alla cittadinanza intende rafforzare il legame con il territorio impegnandosi con iniziative concrete, come questa.
Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani:
Io credo che queste siano giornate bellissime per la Sicilia, per la provincia di Trapani e per il resto d’Italia. L’arresto di Matteo Messina Denaro, l’ultimo stragista mafioso, deve farci guardare il sole anche quando questo sole non spunta. A maggior ragione perché come club, in passato avete dedicato qui un’opera, un monumento che va in questa direzione.
La panchina posa nella piazza nello slargo sul lungomare Dante dove c’è il monumento marmoreo, voluto sempre dal Rotary Club di Trapani, in onore di tutte le vittime della mafia. La giornata del “Non ti scordar di me” che più si fotografa con la strage di Pizzolungo, Giuseppe Salvatore e Barbara, nostri concittadini, a prescindere che stavano a 150 metri dal confine di Erice o 150 metri dal confine di Trapani, così come io mi auguro che il 31 di marzo si possa dedicare l’aula consiliare di Trapani a messaggio e monito di tutti e di quelli che verranno nel governo della città di Trapani alle vittime di mafia, credo che sia un messaggio positivo per questa nostra città. Noi non vogliamo fare gli struzzi, noi non vogliamo nascondere la testa sotto la sabbia, non disconosciamo anzi lo denunciamo il sistema criminale mafioso, condizionando le politiche di sviluppo di questo territorio, però per altri versi ci sono persone che con il loro sangue, trapanesi e non, hanno alimentato invece quel valore più resistente di riscatto di questa terra.
Alla stampa ricordo sempre, che quando si racconta la storia della provincia di Trapani, si deve sempre anche raccontare la storia di chi si è speso e continua a spendersi. Così come con il messaggio che voi proponete oggi come club Rotary. Perché a maggior ragione in un comparto un po’ più delicato che ha a che fare con la violenza di genere, che ha visto tanti trapanesi in prima linea impegnati nel volontariato dell’associazionismo, è un messaggio propositivo. Un messaggio contro tutte le violenze dove in special modo i soggetti più deboli bambini, anziani, persone in difficoltà, e le donne, spesso e volentieri sono soccombenti.
Quella panchina ho visto che guarda il mare, immagino che volesse un po’ indicare anche verso l’orizzonte. Significa futuro, significa speranza. Significa anche non essere ipocriti, perché a volte al di là del mare ci sono tante altre contraddizioni. Che hanno a che fare anche con situazioni di violenza. Parlando di donne, sappiamo un po’ tutti molte delle donne immigrate che attraversano disperatamente il mediterraneo sono soggette a tutte le forme indicibili di violenza. Dunque io leggo anche questo in questo vostro messaggio.
Aurora Ranno, presidente dell’Organizzazione di volontariato contro tutte le violenze Co.Tu. Le Vi.
Buongiorno signori, grazie presidente per l’invito. Grazie per la scelta delle scuole, dove fin dal 2005, quando ho avuto l’incarico di pari opportunità, ho sempre voluto portare la prevenzione. E’ una battaglia da affrontare giorno dopo giorno perché la formazione è tutto.
Ho sentito che avete messo anche il numero 1522 che a Trapani e per tutta la Sicilia, lo gestisce la CO.TU.Le.vi. E porto sempre con me il telefono per rispondere h24, rispondo a tutte le ore anche festivi.
C’è un protocollo di intesa con le strutture per risolvere a tutte le ore questo tipo di situazioni. Quindi l’elenco delle strutture le ho nel telefonino. Non serve altro che il referto ospedaliero e la denuncia dei carabinieri o della polizia di stato, e la carta di identità. La persona viene invitata in un luogo concordato e si fa una staffetta e viene messa a riparo in una struttura. Parliamo di donne con bambini di 3 anni o ancora più piccoli, è una piccola famigliuola che deve essere messa a riparo il prima possibile. Arrivano a Catania a Siracusa, ad Agrigento. Parlo con il Capitano di turno portando la signora il più lontano possibile. Quindi da Trapani vanno fuori, mentre quelli di fuori dovrebbero venire qua. Però a Trapani una struttura non ce l’abbiamo. Quindi dobbiamo cercare di fare una struttura a Trapani.
Quindi l’attività del centro è continuativa, purtroppo la piaga sociale continua a sanguinare e per quanto cerchiamo di curarla con il percorso con le nostre psicologhe, con i nostri avvocati. Ovviamente da noi non si paga nulla e non si paga nulla non è uguale a ISEE zero, ma non si paga nulla perché nessuna donna per legge non deve pagare.
Ora dare un segnale come ha fatto il Rotary per un’ampia collaborazione è importante per fare rete. Quella panchina è veramente un forte segnale. Uscire dal bar e sedersi lì, magari una coppia e far vedere che può un rapporto sano esiste e può funzionare, mi sembra un segnale forte e importante d’amore.
Francesca Tripoli coordinatrice delle classi di management sportivo dell’IIS S.Calvino-GB Amico: Lo sport è un ambiente che viene definito come sano per principio, ma in questo periodo si è macchiato di fatti incresciosi come quelli accaduti alle farfalle della ginnastica ritmica. Episodi di violenze fisiche e psicologiche nello sport negli ultimi anni si sono moltiplicati, ma anche le denunce. Un corpo ferito parla ma è la violenza psicologica quella più subdola perché invisibile.
C’è una grossa difficoltà nel riconoscere questo genere di violenza, che viene di solito inferta attraverso offese umiliazioni, comportamenti atti a svalorare l’altro.
Non si vuole criminalizzare tutto lo sport perchè esso è ricco di persone che grazie al volontariato e alla propria formazione, fanno crescere attraverso lo sport tanti bambini, ma è indubbio chè è anche l’ambiente meno vigilato ecco perchè occorre avviare iniziative come questa che pongano l’accento sul fenomeno della violenza. E’ importante che la scuola aiuti i ragazzi a riconoscere la violenza psicologica, a prendere coscienza del fenomeno e a denunciare. I ragazzi qui presenti in rappresentanza delle classi in management dello sport dell’IIS S. Calvino sono i nostri futuri dirigenti sportivi informati e sensibilizzati al fenomeno perché è importante che i dirigenti sportivi vigilino presso le proprie società ed associazioni. In modo da tutelare i propri atleti. Attraverso lo sforzo di tutti si può cambiare perché questo non è lo sport che vogliamo.
Prof Giovanni Emanuele Curatolo
Sono emozionato di aver partecipato a questa iniziativa, manca anche Baldo Levante che si preoccupò del messaggio che si voleva dare con questa testimonianza.
Questo luogo è stato scelto da aversa, persona straordinaria. Questo luogo è stato scelto per il significato che è quello di rivolgersi verso l’orizzonte, l’orizzonte nuovo. Sono contento che il sindaco lo abbia percepito, vuol dire che è passato. La panchina oggi è una iniziativa a questo progetto, perché quella iniziativa a quella idea che Ignazio Aresta volle realizzare e per questo penso che oggi questo momento è molto importante per testimoniare questo ricordo. Questo messaggio rimarrà a Trapani come messaggio di libertà di pensiero e libertà di azioni che questa terra ha bisogno di realizzare. Grazie.