Corteo Libera a Trapani: in cinquantamila per dire “No alla Mafia”

Cinquantamila passi, cinquantamila voci unite in un solo grido: verità e giustizia. La trentesima Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie ha trasformato Trapani in un simbolo di speranza e resistenza. Promossa da Libera e Avviso Pubblico, la manifestazione ha accolto anche il dolore e la forza di cinquecento familiari di chi è stato strappato alla vita dalla violenza mafiosa.

Ed è proprio a loro che si è rivolto don Luigi Ciotti nel suo discorso in piazza Vittorio Emanuele. Parole che pesano come macigni, ma che accendono la fiamma della consapevolezza: «L’80% di voi non conosce la verità. Eppure, le verità passeggiano per le vie delle nostre città. Senza verità non si può costruire giustizia, e la verità non può andare in prescrizione».

Tra i cinquecento familiari c’era anche Nino Morana, nipote dell’agente Nino Agostino, ucciso da Cosa nostra assieme alla moglie incinta, Ida Castelluccio, il 5 agosto del 1989.

«Vedere tutti questi giovani marciare con noi – ha detto il ventitreenne Nino Morana che, adesso, porta avanti la lotta del nonno Vincenzo – ci dà tanta forza e ci fa capire che non siamo soli in questo percorso di ricerca costante di verità e giustizia. Vedere tutti questi ragazzi uniti attorno a noi ci dà tanta speranza per il futuro».

Non solo studenti e cittadini arrivati da ogni parte d’Italia. A Trapani, ieri, c’erano anche le istituzioni, con tanti sindaci giunti da diverse città italiane per ribadire, con la loro presenza, che la lotta alla mafia è un impegno quotidiano.

«Essere presente oggi – ha detto Arturo Vernillo, sindaco di San Nicola Manfredi, in provincia di Benevento, e consigliere nazionale dei Comuni italiani – significa rappresentare tutti i Comuni italiani e ricordare le vittime di tutte le mafie e chiedere giustizia e verità per loro».

Chiara Conticello