Una lettera minatoria e telefonate anonime con minacce di morte rivolte al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, hanno acceso un fronte politico compatto.
“Brucerai nei tuoi bruciatori”, si legge in una missiva scritta a mano e intercettata dalla scorta del governatore. Pochi giorni dopo, nuove intimidazioni sono arrivate telefonicamente a Palazzo d’Orléans: “Il crack è sofferenza alla tua famiglia, Schifani”, avrebbe detto una voce camuffata. La Procura di Palermo ha aperto un’indagine per risalire agli autori.
Le minacce a Renato Schifani arrivano a pochi giorni dall’approvazione della legge regionale sul contrasto al crack e nel pieno del dibattito sulla realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia. Le reazioni politiche sono immediate e trasversali: dai vertici istituzionali ai partiti di maggioranza e opposizione, tutti esprimono solidarietà e condanna.
Solidarietà da La Russa, Forza Italia e Pd
Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha affidato ai social un messaggio chiaro: «Un gesto inaccettabile. Sono certo che queste intimidazioni non fermeranno l’impegno del presidente nella lotta alle dipendenze e alla criminalità. A lui va la vicinanza mia e del Senato».
Dal fronte di Forza Italia, una raffica di prese di posizione. Il segretario regionale Marcello Caruso ha parlato di «minacce gravissime che non risparmiano la famiglia del presidente. La storia di Renato Schifani parla chiaro: proseguirà nella sua azione senza farsi intimidire».
Toni Scilla ha sottolineato il legame tra le minacce e «il grande lavoro che il Presidente sta portando avanti, dalla lotta alla mafia alla realizzazione dei termovalorizzatori». Per Stefano Pellegrino, presidente dei deputati azzurri all’Ars, «nessuna divergenza politica può giustificare atti così violenti».
Anche il Partito Democratico ha espresso solidarietà tramite il segretario regionale Anthony Barbagallo, mentre il Movimento 5 Stelle, per voce del capogruppo Antonio De Luca, ha parlato di «vile gesto» da condannare senza esitazioni.
«Esprimo profonda vicinanza e solidarietà al presidente della Regione siciliana Renato Schifani per le gravissime minacce ricevute. Ritengo di interpretare il pensiero dei miei colleghi, nell’affermare che la squadra di governo è compatta e fa quadrato attorno al suo Presidente e all’azione di risanamento della Sicilia, intrapresa nel rispetto dei principi di legalità e trasparenza e nell’esclusivo interesse dei siciliani» ha invece detto l’assessore regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale, Mimmo Turano.
Reazioni anche da Sud chiama Nord e Minardo
Sud chiama Nord ha rimarcato: «La politica deve restare uno spazio di confronto, mai di odio. Le minacce ricevute sono gravi e inaccettabili».
Il presidente della Commissione Difesa della Camera, Nino Minardo, ha evidenziato come «in Sicilia ci siano forze che temono il cambiamento. Le minacce al presidente Schifani sono il segnale di chi si sente toccato nei propri traffici opachi».
Schifani non arretra: “Andrò avanti”
Sebbene il governatore non abbia ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali dopo la notizia delle minacce, tutti i rappresentanti della maggioranza regionale assicurano che Schifani non arretrerà rispetto alle riforme avviate, in particolare quelle legate alla gestione dei rifiuti e al contrasto delle dipendenze.
Intanto, le forze dell’ordine stanno lavorando per individuare i responsabili. Le telefonate, registrate dalla segreteria del Palazzo della Presidenza, saranno analizzate con attenzione dagli investigatori della Digos e dalla Procura.