di Martina Bannino

L’ associazione nazionale vittime civili di guerra – Sezione di Trapani, sabato 18 dicembre ha celebrato nella chiesa di San Domenico la memoria di decine e decine di trapanesi vittime del secondo conflitto mondiale, che vide la città di Trapani, già all’indomani del 10 giugno 1940, bersaglio dei bombardamenti aerei della coalizione anglofrancese.

Un momento di condivisione e ricordo che nasce dalla volontà di raccontare non solo i numeri delle vittime, ma anche i loro nomi, le loro storie. Una esigenza di produrre memoria non solo per lenire le ferite del trauma collettivo ma anche per restituire ai parenti dei civili caduti una continuità fra passato e presente. Le memorie collettive rappresentano infatti lo sfondo di ogni società, essendo repertori di narrazioni condivise su cui si fondano le identità di una comunità.

L’ associazione vittime civili di guerra, inoltre, prospetta per il futuro nuovi progetti che spaziano dalle attività scolastiche alla creazione e all’arricchimento di monumenti dedicati alla memoria.

Una operazione di un certo peso: la decisione di scrivere i nomi delle vittime sul monumento di via XXX Gennaio rappresenta infatti un importante passaggio di quel percorso del trauma che mira a costruire un dato evento come patrimonio traumatico della collettività.

Un pomeriggio ricco di emozioni e commozione, che ha visto il suo apice nella condivisione di una vicenda individuale, portata all’attenzione dei presenti in prima persona dalla signora Pia Giacalone, 91 anni, testimone di quei tragici eventi che videro la scomparsa nel 1940 del fratellino Leonardo, di appena 8 anni.

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