Fuga dalla Sicilia

In soli 4 anni sono emigrati dalla Sicilia circa 94.000 abitanti.

di Serena Giacalone

Il fenomeno dello spopolamento in Sicilia ha impattato diverse zone, con Trapani come capoluogo più colpito con una perdita del 15,80% corrispondente a -10.473 residenti, una tendenza che preoccupa e che ha spinto l’Associazione dei Comuni a sottolineare la necessità di sfruttare le potenzialità delle aree interne per rilanciare il Paese.

Un dato che in Sicilia si configura con una diminuzione dell’1,93% della popolazione nel solo periodo che va dal 2019 al 2023, con un andamento negativo di oltre 94 mila abitanti emigrati altrove. Le uniche province in controtendenza nell’isola sono Catania, dove lo spopolamento è dello 0,26% e dunque pari a -2.836 abitanti, e Ragusa, dove invece la popolazione aumenta dello 0,71% con +2.229 residenti. Il dato è emerso nel corso del convegno organizzato dall’Anci Sicilia, che si è svolto nei giorni scorsi a San Marco D’Alunzio, in provincia di Messina.

Tra i capoluoghi di provincia, a soffrire di più dello spopolamento, come già sottolineato, è Trapani, con -15,80%, -10.473. Seguono Enna che segna una perdita del 4,46%, -1.193 abitanti, Agrigento (-4,36%, -2.538), Messina (-4,31%, -9.823), Caltanissetta (-3,90%, -2.391), Palermo (-3,10%, 20.221), e Siracusa (-2,57%, -3.075).

Per rilanciare il territorio siciliano e invertire questa tendenza, la Regione Siciliana ha stanziato 20 milioni di euro. È chiaro che a un’isola che ha già tutto, servono soluzioni che puntano a una maggiore integrazione tra aspetti sociali e sanitari, oltre all’utilizzo delle risorse locali per favorire la crescita economica e la valorizzazione delle aree interne.